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Storie di Vita

il Velo

Il Velo… Oggi 06.01.2022, ore 9.50 cielo sereno, temperatura gradevole. 

 

Vado al bar per ricaricare il numero del cellulare. Sembra, un giorno come altri a differenza che fuori, c’è meno gente e pochissime macchine. Comprendo. È un giorno festivo e mi rendo conto che la realtà è distopica. 

 

Oggi è il giorno dell’Epifania, giorno che chiude i festeggiamenti del Natale. Giorno della tradizione cristiana dove arrivano i tre magi coi loro doni, a omaggiare il bambin Gesù sceso in Terra. Giorno come da tradizione pagana che viene ricordato per la befana, vecchietta che va in giro su una scopa, a portare i regali ai bimbi buoni e il carbone ai bimbi non buoni. 

 

Ricordo, sì un ricordo che da bambino come tanti bambini, si attendeva la befana come il babbo natale, e come per il giorno della ricorrenza dei defunti, con trepidazione di ricevere regali giocattoli e pupazzi in marzapane, per scartarli e giocarci da soli o insieme ad altri bambini. Alla mia età i ricordi fanno bene. Durante i ricordi si fa un’introspezione, per comprendere il vero significato di quel che ci è stato tramandato dai nostri avi. 

 

Nel corso dello scorrere della vita, alcuni frammenti sono andati persi per strada o sparsi un po’ in giro. Dipende da noi andare a ritrovare quei pezzetti, per rimetterli insieme e comprendere chi siano il babbo natale o la befana o chi ci portava i doni. Ognuno di noi nel presente, l’eterno presente, può scegliere chi essere, e il regalo diventa quel che noi comprendiamo di essere oltre il velo. 

 

Noi decidiamo con cosa riempire la scatola, la carta e il nastro per la decorazione e quando scartarla. Tutto rimane un mistero, finché lo lasciamo tale. Ad un certo punto della nostra esistenza apriamo gli occhi, andiamo oltre il velo e tutto inizia a prendere corpo, forma, significato. 

 

Quel che veniva prima accettato, da quel che ci sembrava essere innocenza, purezza, obbedienza alle regole senza porsi interrogativi, ad un certo punto diviene desueto. In un altro senso fa comodo rimanere al gioco, per assaporare l’atmosfera dell’epifania, l’illusione della fanciullezza, la spensieratezza. 

 

Ciò serve per uscire dalla routine. Il tempo è un battito di ciglio. Ti ritrovi ad aver trascorso mezzo secolo di vita, ma ti senti come un ragazzino. Poi ti guardi allo specchio e vedi l’involucro che ricopre la tua anima, esser cambiato, e pensi che anche questa è illusione. Il vero è ciò che senti e ciò che senti come anima. 

 

Ci si incarna, si vive, si sperimenta tutto come un gioco, che non è un gioco ma un momento dove quel che succede, serve alla nostra evoluzione con le nostre azioni per noi e per gli altri. Anche le azioni verso gli altri servono per noi. Non è egoismo ma altruismo perché siamo connessi. Tutto quel che viviamo ha significato, forma, in base a come lo viviamo. 

 

Ciò che è importante in certi momenti (e non solo), dare accorgimenti, più valore a ciò che noi siamo e agli altri, non solo dei giorni fissati sul calendario come festività, più o meno importanti di altri giorni, ma ogni giorno occorre ricordarsi di sé e di chi ci sta accanto, col proprio sentire. Chi prima e chi dopo, in base alla propria evoluzione, apre gli occhi e nota differenze, increspature, dissonanze da quel che la narrativa ci ha propinato, e che fino a un attimo prima, siamo stati succubi come anestetizzati. 

 

Da quel momento ciò che era prima non lo è più. Questo perché abbiamo scelto la pillola rossa e abbiamo deciso di vedere la vera realtà. Il resto è stata propaganda del pensiero unico, la matrix con la sua pillola blu, che per alcuni può significare la zona confort, dove ciò che succede è ben accetto e accolto senza resistenze. 

 

La realtà fuori dal sistema dopo essere andati oltre il velo, può dare fastidio, causare dolore e sofferenza, ed è la decisione da prendere se ritornare ad accettare ogni regola anche insensata, o rischiare di ottenere la libertà ma con dei sacrifici. Tutto, dipende da ogni nostra singola scelta per noi, e che può influenzare le scelte, di chi ci sta accanto. C’è il libero arbitrio e sta a noi rispettarlo. 

 

Il nostro progetto, ci sta dando la possibilità di essere liberi, ma tempo e pazienza e tutto torna all’origine. La scelta è nostra se andare avanti, o fermarci e riflettere prima di proseguire, ma indietro non si torna. Io vado avanti. 

 

 

Giuseppe Corallo. 

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