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IL BISOGNO DEL SACRO

Il bisogno del sacro ancora oggi è ancora quanto mai presente e attuale.

Le eterne domande sul perchè e sul senso della vita esigono una risposta, soprattutto in questo periodo sociale in cui siamo davvero orfani di idee e valori che valgano la pena di essere vissuti. Anzi quelli a cui assistiamo sono modelli imperniati su meri interessi personali conditi da menzogne e tradimenti.

Specialmente in Italia, quasi ogni volta che si parla di sacro o di fede o di spiritualità, si fa riferimento ad un’istituzione che sia pronta ad offrirti le proprie ricette. Per motivi storici “sacro” per noi è sinonimo di “Chiesa cattolica”, per cui chi dice di rifiutare il “sacro” implicitamente vuole affermare che non accetta la Chiesa; all’opposto, chi dice di convertirsi al sacro automaticamente spesso sfocia nell’accettazione della Chiesa, del suo messaggio e dei suoi ministri.

Esiste una via d’uscita? Anche se certamente può essere un aiuto la presenza di un’istituzione religiosa, dovrà continuare ad essere automatico che chi si apre alla fede dovrà per forza sfociare nell’accettazione di questo tipo di istituzione-Chiesa? Oppure il cammino della fede potrebbe vedere spalancarsi anche nuove porte al di fuori di ristretti labirinti istituzionali? Potranno crollare le mura di tanti angusti pozzi verso un oceano universale dove ogni uomo potrà sentirsi fratello e uguale anche se con spiritualità diverse, non più in atteggiamento di sfida, ma libero e rispettoso di ogni autentica espressione umana? Non si può restare ancorati a quel mondo passato che non è nemmeno in grado di prendere in considerazione che un cristiano possa finalmente considerarsi adulto e che non voglia più farsi irreggimentare e possa pensare con la propria testa.

L’istituzione ha paura che la gente si faccia una religione “fai da te”. Ma non siamo più né nel Medio Evo né in un’epoca di ignoranti; oggi ormai qualsiasi persona, schiacciando in casa propria un bottone sul suo computer portatile, può ricevere qualsiasi tipo di informazione e confrontare idee e comportamenti. Se i dogmi e i precetti morali hanno perso quasi totalmente una condivisione, la causa non è degli uomini che hanno perso la dimensione dello spirituale o che sono diventati cattivi, ma perché quei principi sono intrinsecamente non credibili e non condivisibili.

Una volta c’era solo la voce della chiesa, ma oggi è una fra le tante, e se non ha caratteristiche intrinseche di verità e credibilità non serve a niente vantarsi di supposte autorità superiori o divine. Anche perchè è l’esempio e la testimonianza di coerenza che possono spingere ad avvicinarsi all’istituzione religiosa. Ma cosa dobbiamo pensare, ad esempio, di proclami di encicliche (come la “Laudato sì” di Papa Francesco) che condannano severamente teorie neoliberiste quando poi gli artefici di queste teorie (Rotschild e soci), gli stessi che sono fautori del famigerato nuovo ordine mondiale, vengono ricevuti con tutti gli onori e come alleati in Vaticano? Ecco come avviene che il rigetto di questa ipocrisia sfoci poi nel rifiuto totale di qualsiasi messaggio spirituale di cui l’istituzione si avvanta di essere l’unico infallibile interprete.

Sarà interessante allora andare a scoprire come ci si può liberare da questi condizionamenti e fare esperienza di un “sacro” che equivale a “pienamente umano” e come “valori umani” sia sinonimo di valori sacro-spirituali.

One Comment

  • Liviana Scuncia

    Grazie Guido delle tua riflessione mi hai fatto riflettere su cosa comporta la parola SACRO e come la si usi senza sentirne la portata che rappresenta in modo superficiale o peggio….per condizionare…….eppure tutto a ben vedere è sacro se si ama la vita che comprende il tutto❤️✨🙏🔥

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