Quando se ne va l’ultimo filo
Quando se ne va l’ultimo filo
Prima o poi, arrivano sempre quei momenti molto tristi. Arrivano come le pallottole nella trincea e ti fanno sanguinare l’anima, lasciandoti in quel buco nel pieno inverno, senza vestiti caldi, senza le calze pesanti, nudo.
Quando se ne va l’ultimo filo della tua infanzia il pianto diventa pesante come rocce più rocciose che tu abbia mai visto. Perché con quel filo hai finito di srotolare la matassa sulla quale sei cresciuto. La matassa con la quale hai camminato lungo le tue esperienze di vita.
Oggi è esattamente un anno da quando se n’e andata la mia ultima nonna rimasta in vita. Aveva 90 anni e si è spenta addormentandosi con un viso rilassato e tranquillo. È anche la Vigilia di Natale Ortodosso e si intrecciano le emozioni proprio come le trecce che aveva lei una volta, mia nonna. Tutti la riconoscevano per quelle trecce stupende. Furono anche quelle a colpire mio nonno all’epoca.
Vigilia di Natale
I nonni facevano si che Vigilia fosse veramente un momento magico per noi bambini perché hanno sempre mantenuto le usanze che si trasmettevano da secoli ma che comunque negli anni sono state un po’ cambiate per adeguarsi ai tempi che correvano.
Alla mattina del sei gennaio, il nonno usciva per portare a casa i rami di quercia, che alla mattina di Natale rappresentavano il focolare domestico. I rami si appoggiavano sui muri esterni della casa per poi essere portati dentro con il primo buio. Una volta ogni casa aveva un camino, oggi i rami si appoggiano per terra sotto il tavolo in cucina.
Durante il giorno, la nonna metteva tutti i tipi di cereali, prugne, noci e mele in un setaccio, ed il setaccio rimaneva sul tavolo dove poi viene servita la cena. Quel grano poi viene buttato sopra i rami di quercia. Durante la Vigilia, la nonna preparava anche un pane speciale dove metteva i chicchi dei cereali diversi: uno per la salute, uno per la forza eccetera e poi anche una moneta che rappresentava la prosperità.
Mattina di Natale, in casa veniva un parente o un amico maschio che, augurando Buon Natale a tutti e dicendo:”Cristo è nato!” e accendeva i rami di quercia. In casa si rispondeva:”È nato per davvero!”. Noi bambini facevamo i versi dei polli girando intorno alla tavola cioè il fuoco e gli adulti ripetevano:”Tanta fortuna quante sono le scintille! Tanta salute e denaro quante sono le scintille!”.
Pranzo di Natale
Durante il pranzo di Natale, tutti i familiari si alzano in piedi, il pane natalizio si prende in mano in modo che tutti lo possono tenere. Lo si gira con le mani tre volte e poi si spezza. Si dice che chi trova i chicchi o la moneta nel proprio pezzo di pane rimasto in mano, dopo che è stato spezzato, nell’anno che viene avrà la salute, la forza, la fortuna, il denaro è così via.
Ho voluto descrivere questi piccoli dettagli omaggiando oggi la mia Vigilia di Natale ricordando quei momenti di serenità vissuti nelle case dei nonni. Una volta le tradizioni si rispettavano di più. Le persone si rispettavano di più. Per la Vigilia si perdonava tutti quelli che nell’anno precedente hanno sbagliato qualcosa.
Quando se ne va l’ultimo filo della tua infanzia, inizi a sentirti più responsabile per i tuoi figli perché in qualche modo rimani protetto solo dai tuoi genitori e senti la doppia necessità di proteggere i più piccoli. È una sensazione strana. Mi ritengo fortunata di averli vissuti tutti e quattro i nonni e anche una bisnonna e mi ritengo fortunata di avere ancora i miei genitori.
Se non lo stiamo già facendo, potendo, dobbiamo sempre ringraziare chi ci ha portati al mondo e non dimenticare mai le nostre radici.
I nonni sono un bene prezioso. Loro racconti, le testimonianze, insegnamenti, le calze di lana fatte a mano, le risate, la gallina con le patate al forno, i loro “siamo fieri di te”, le vacanze ed i weekend fatti insieme, gli album pieni di fotografie dalla Seconda guerra Mondiale in avanti, la povertà e l’abbondanza…ma sopratutto l’amore che ci hanno dato, rimarranno per sempre nei nostri cuori facendo si che la matassa si componga di nuovo da sola. Noi dobbiamo fare solo una cosa, conservarla nel profondo dell’anima per poter usarla come il cuscino nei momenti delle cadute che nella vita accadono inevitabilmente.
Buon cielo a tutti i nonni che non ci sono più e a tutti i cari che da lassù vegliano sopra di noi ❤️
Buona Vigilia di Natale a chi festeggia oggi, tanto bene e luce a tutti!
One Comment
Ferruccio
Sei grande Ana e i tuoi ricordi sono i miei ricordi. La cultura contadina semplice ed onesta è uguale in molte nazioni di questo.mondo. Non ho più i miei nonni ed i miei genitori , ma la matassa di è ricomposta con altre anime incontrate nel viaggio. Brava un abbraccio
Ferruccio