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Il crollo delle chiese 2.
Spiritualità

IL CROLLO DELLE CHIESE – 2a parte

Che piaccia o no,  l’argomento “chiesa” interessa molto, se non altro per le influenze di questa istituzione religiosa verso la società. Ci si chiede anche se l’istituzione religiosa deve essere un passaggio obbligato, o consigliabile, per la propria dimensione umano-spirituale o come contributo per un sano sviluppo sociale.

A questo proposito ultimamente si è levata una voce auterevole, quella di Mons. Viganò, che in un modo estremamente deciso e chiaro ha fotografato e denunciato la criminalità e l’ipocrisia che sottostanno all’operazione-covid. Da parte sua invece Papa Bergoglio ha condiviso completamente l’operazione-covid, abbracciando anche fisicamente i mandanti dell’operazione, che sono le persone più ricche e potenti del mondo, accogliendoli in Vaticano con tutti gli onori. Verrebbe quindi da pensare che la vera chiesa non sia più quella del Vaticano attuale, ma quella di Viganò.

Tuttavia questa situazione, che assomiglia molto ad uno scisma, impone diverse riflessioni sui princìpi che ispirano le due forme diverse di chiesa. Da parte mia ero rimasto favorelmente impressionato dalla svolta che Bergoglio aveva dato alla chiesa appena eletto: si veniva da un periodo in cui soprattutto i due papati precedenti erano molto arroccati sui principi dogmatici, sulla disciplina e sull’obbedienza ai commi del diritto canonico, sul fatto dell’assoluta preminenza della chiesa cattolica su tutte le altre religioni. Tale presunzione fece dire a Papa Ratzinger che la persona che non accetta la verità cattolica, anche se pare che faccia del bene, “scivola nel sentimentalismo, l’amore diventa un guscio vuoto da riempire arbitrariamente” (Enciclica “Caritas in veritate”). Papa Francesco invece insisteva maggiormente sulla responsabilità individuale, sulla coscienza come vero paradigma nel rapporto con Dio, sulla tolleranza verso le altre religioni come espressioni diverse nell’adorazione dello stesso unico Dio.

Indubbiamente era un progresso nel liberare la chiesa dal giurisdizionalismo in cui da secoli si era cacciata, per tornare, anche se timidamente, verso uno spirito più evangelico dettato da principi di libertà e amore. Ma ecco che la vecchia tentazione del potere, quella stessa che aveva tentato Gesù nel deserto, ha preso la sua rivincita: addirittura colui che dovrebbe essere la somma guida spirituale non sa nemmeno più distinguere fra un male estremo che si evidenzia molto chiaramente ed un bene che dovrebbe essere difeso in nome sia di un vero umanesimo che corrisponde anche ad una vera spiritualità. Eppure nella sua enciclica “Laudato sì” del 2015 si era espresso con dure parole di condanna verso quelle istituzioni finanziarie che opprimono il mondo, le stesse che hanno programmato la dittatura sanitaria. Ma poi ha prevalso l’eterna illusione che con il potere terreno sarebbe più facile promuovere la religione, alleandosi con un potere assoluto di un ipotetico nuovo ordine mondiale funzionale e scorciatoia per questo obiettivo.

Verrebbe da concludere allora che la vera chiesa sia quella di Viganò, così decisa nello smarcherare le criminali macchinazioni del potere civile. Ma è proprio così?

Dopo queste evidenze, l’invito è a riflettere se gli autentici valori umani hanno bisogno di pillole istituzionali provenienti dall’esterno o se invece al di dentro di noi abbiamo già tutte le risposte. E’ un argomento che ha bisogno di molti approfondimenti, che svilupperemo nella terza parte e nei prossimi editoriali.

3 Comments

  • Liviana Scuncia

    Grazie Guido oggi dopo aver cercato fuori di me condivido con te …”dentro di noi abbiamo già tutte le risposte”✨❤️🙏☀️🔥

  • Ferruccio

    Caro Guido, grazie per le tue riflessioni sempre profonde. La grande differenza , come tu sai, sta tra la spiritualità e la struttura “chiesa”. La spiritualità è dentro di noi, è nella umanità e non necessita, a mio avviso, di strutture che facciano da interpreti nel colloquio con il divino. GRAZIE e buona vita.

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