La Torino di cui parlare
Ho passato una domenica diversa visitando il centro di Torino, una città di cui parlare. Con una guida storica preparata, Flavio, dell’Associazione CIVG, -centro di iniziative per la verità e la giustizia- a scopo benefico, che con mille aneddoti mi ha aperto periodi storici che vorrei approfondire in futuro.
Esiste un’interpretazione delle vicende torinesi che non viene narrata ai turisti, forse per la tendenza a voler restare in superficie. Parlare di storie di guerriglia, lotte interne, assassini, spie e ingiustizie porta un velo di tristezza e le persone desiderano essere spensierate quando viaggiano. Conoscere la storia ci porta riflessioni e insegnamenti da cui non dobbiamo necessariamente essere catturati. Essi possono restare dentro di noi per contribuire al cambiamento nel momento in cui si presentano decisioni da prendere.
Un viaggio nella storia di Torino che posso consigliare
Torino è sempre stata in bilico tra varie forze. E’ stata la sede di un’azienda automobilistica che ha fatto sentire la sua presenza in città, in Piemonte e in Italia. Tutti avevano qualcuno che vi lavorava in famiglia.
Per questo la classe operaia qui ha avuto un peso sociale tutto da esplorare.
Ho scoperto la casa dove Gramsci abitò, dove aveva fondato la casa degli “ultimi”, in essa si apprendeva un mestiere, ora adibita a hotel di lusso. Gramsci a Torino ebbe diversi indirizzi, quello più conosciuto è questo sulla piazza Carlo Emanuele II
“Vivere significa partecipare e non essere indifferenti a quello che succede” scriveva Antonio Gramsci su La città futura l’11 febbraio 1917. Un testo attuale ancora oggi, soprattutto oggi.
Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera…”
Il monumento in piazza Statuto
Questa lussuosa piazza, casualmente “salvata” molte volte dai bombardamenti inglesi, ha un bel monumento all’interno dei suoi giardini. A una visione superficiale potrebbe essere vista come la rappresentazione delle persone morte durante la difficile e impegnativa costruzione del Frejus. I suoi contenuti sono però più profondi: il monumento al traforo del Frejus, ha una forma piramidale che assume proprio per le grandi pietre che provengono dal Traforo del Frejus. Sulla cima si trova il genio alato, simbolo della vittoria della ragione sulla forza bruta dei titani marmorei abbattuti, che soggiaciono sotto le rocce. Il traforo del Frejus era un lavoro molto atteso perché portatore di apertura verso commercio e mentalità nuova. Camillo Benso ne fu il maggior promotore anche se non ne vide l’inaugurazione che avvenne dieci anni dopo la sua morte.
La porta verso il mondo di Salgari a Torino
Salgari, il grandissimo romanziere di Sandokan, ebbe come ultima dimora Torino, con la famiglia e quattro figli. Riuscì a scrivere mirabilmente di mondi che non vide davvero. Chiuse la sua vita in povertà e volontariamente, vinto dalla tristezza per le sue numerose perdite, tra le quali la chiusura in manicomio della moglie.
“Gli interessano le virtù eroiche degli uomini, non le macchine. Vede nitidamente le false promesse della modernità” annota un altro scrittore, Ernesto Ferrero che vive proprio nello stesso cortile dove abitava il “personaggio”. “Dell’Ottocento ha tutto: le grandi semplificazioni, la curiosità enciclopedica, il delirio classificatorio. Tende a dare della realtà una mappa 1 a 1. Non conosce sfumature, ombre, psicologie. Diventa schiavo del mondo che ha costruito. È un uomo solo. A spingerlo è lo spirito di rivalsa. Scrive per farla vedere a tutti, alle cugine di Venezia, ai colleghi del giornale, ai concittadini. Si sente ignorato, considerato un fenomeno da baraccone. Cerca di farsi accreditare dalla società letteraria, ma fallisce”.
Torino è tanto tanto altro, consiglio di vederla e di seguirne i tanti tratti storici, tra Re, partigiani, colti scrittori noti in tutto il mondo tra i quali Cesare Pavese, sommosse popolari e bellezza, grande maestosa bellezza.
Monica Brunettini