Villaggio Masai in Kenia
Riflessioni dai viaggi
Villaggio Masai in Kenia. Potrebbe sembrare fuori luogo scrivere articoli per il blog riguardanti viaggi o comunque situazioni molto piacevoli, in questo periodo in cui il mondo è scosso da avvenimenti tragici e le famiglie versano sempre di più in condizioni di povertà. Eppure anche i viaggi, ed anche questa visita al villaggio Masai in Kenia hanno molti insegnamenti; riflessioni che ci vengono proposti al fine di attraversare questo periodo con un lucido equilibrio e serenità interiore.
Insegnamenti da safari e Masai
Ad esempio i safari in mezzo ad una natura splendida e ad animali nostri fratelli ci parla di un ideale di umanità in cui ognuno resta al suo posto, senza desideri di prevaricazioni e nel rispetto della bellezza naturale che ci circonda. E la visita nel villaggio Masai ci rende consapevoli della uguale dignità di ogni persona umana, noi che eravamo abituati ad una cultura in cui il cristiano o l’occidentale sarebbe stato un essere superiore; gli altri erano considerati pagani da convertire e animali da schiavizzare. Esagerato?
Storia passata e presente
No, questa è storia, non solo passata, ma presente, in un momento in cui tutto un popolo, quello palestinese, è vittima di un vero e proprio genocidio con l’avallo di governi, compreso il nostro, ricattati e corrotti. Oppure l’idea di un criminale disegno del famigerato Nuovo ordine mondiale che considera la maggioranza della popolazione come parassita o come mangiatori inutili da sterminare. D’altra parte stiamo scontando la conseguenza di una millenaria cultura pseudo-religiosa in cui un “popolo eletto”, quello ebraico -cristiano, si considera superiore ad ogni altro e quindi in diritto di prevaricare su tutti gli altri.
Villaggio Masai in Kenia. Primitivi?
L’escursione al villaggio Masai, all’interno del parco-safari Masai Mara in Kenia, mi ricordò una mia ricerca universitaria di antropologia culturale che mi aveva appassionato: l’antropologo Levy-Bruhl aveva osservato aspetti della cultura dei popoli cosiddetti “primitivi” che oggi considereremmo moderni ed avanzati: infatti la fisica quantistica scopre che ciascuna particella dell’atomo non vive per se stessa, ma è nella sua natura la “comunione di intenti” con le altre, è ontologicamente “relazione”. Ebbene, in questi villaggi “primitivi” potremmo parlare di “abbattimento dell’ego”, inteso come espressione di una individualità che si contrappone ad altre individualità. Una cultura che è in perfetta sintonia con le ultime scoperte sulla fisica e sui principi su cui si fonda la natura, compresa quella umana. E’ così anche la cultura dei popoli “civilizzati”?
Partecipazione
Una UNITA’, quindi, che si applica sia alle persone che agli animali e a tutta la natura. Il termine che esprime questa cultura è “PARTECIPAZIONE”: il “primitivo” sente ciò che lo circonda come un oggetto che egli vive all’interno di una realtà di cui tutto e tutti fanno parte: è una visione “mistica” della vita, in cui naturale e soprannaturale, sacro e profano coincidono. E si inserisce perfettamente nella scoperta di Einstein che afferma che tutto è pervaso dalla stessa Energia, che materia ed energia coincidono.
Le danze dei Masai
Ma chi sono allora i “primitivi”? Questi Masai che danzano tutti insieme imitando le mosse degli animali loro fratelli? oppure genti “civilizzate” che in nome di una supposta superiorità e per meschini interessi non esitano a massacrare i propri simili ritenuti inferiori? Questi erano i sentimenti che provavo mentre i Masai danzavano davanti a noi. E queste sono le emozioni che provo osservando le atroci assurdità di questo periodo. Ma contemporaneamente risulta evidente come i principi che regoleranno l’avvento della prossima ETA’ DELL’ORO saranno gli stessi che ho visto presso i Masai: princìpi che parlano unità, di solidarietà e di AMORE.
One Comment
Monica
Grazie Guido, questo articolo parla di fratellanza in un momento in cui propendere a questo sentire è più che mai necessario