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Rubrica VIAGGIARE che PASSIONE

Viaggio a PETRA – Giordania

Il fascino di Petra

Il viaggio a PETRA in Giordania, vissuto come al solito assieme a Claudia, è sicuramente una delle mete chi più ci hanno affascinato. La bellezza come valore umano qui risplende come in poche altre situazioni. La zone di Petra è altamente rocciosa, costituita prevalentemente di pietra arenaria.  Qui l’uomo ha saputo anche unire l’utile ed il bello in un modo incantevole. Questo tipo di pietra, di un colore dominante rosa, riflette il sole in un modo meraviglioso, per cui quando il sole bacia quelle costruzioni ti sembra di essere davanti a delle apparizioni incredibili.

 

La storia di Petra

Petra è una città fondata attorno all’VIII secolo a.c. dal popolo degli Edomiti. Intervennero poi i Nabatei, popolo assai evoluto di guerrieri e commercianti. La posizione della città era strategica in quanto da lì passavano le comunicazioni fra la penisola araba ed il Mediterraneo. Per questo motivo Petra ebbe una storia assai travagliata, in quanto appetibile oggetto di conquista  da parte di altre potenze. Importanti e famosi nomi vengono qui ricordati: Assurbanipal assiro, Nabucodonosor babilonese, Ciro il Grande persiano, ed infine anche i Romani di Pompeo attorno al 60 a.c. Riuscirono comunque a mantenere una loro certa indipendenza, e fu in questo periodo che furono costruite le meraviglie che ancora oggi vediamo. Erano inoltre abilissimi ingegneri idraulici, al fine di imbrigliare le acque attraverso canali e tubazioni che ancora oggi vediamo.

La decadenza di Petra

Alla fine del 1° secolo d.c. inizia la decadenza di questa città, che nel suo massimo splendore contava una popolazione di circa 40.000 abitanti. Una delle cause della decadenza fu che le vie di comunicazione si spostavano progressivamente verso Palmira; i commerci non avevano più il loro centro in questa città. Ma la causa principale furono i frequenti terremoti molto distruttivi.  Vi erano poi passati gli ottomani, indi i crociati cristiani, fin che la città venne poi quasi completamente abbandonata attorno all’anno mille.

La riscoperta di Petra

All’inizio del 1800 un viaggiatore  svizzero “curioso” volle esplorare di persona  le chiacchiere di cui aveva sentito parlare su bellezze incredibili in quella zona. Entusiasta di quello che vide diffuse la notizia; di qui iniziò, con varie vicissitudini e difficoltà, l’esplorazione di questo importantissimo sito archeologico. Furono scoperti non solo il famoso tempio inciso nella roccia, chiamato “Tesoro del Faraone”, ma anche altri tempi simili per architettura e bellezza. Tutta la città, che conserva anche un suo anfiteatro, venne scoperta; oggi possiamo ammirare soprattutto gli aspetti ingegneristici per la conduttura delle acque. Ma la meraviglia assoluta è proprio  il tempio che, come una sorpresa, si presenta all’uscita del lungo tunnel. Il tempio era stato  costruito per ospitare la tomba del re; la sua funzione ora è quella di far restare a bocca aperta i suoi visitatori.

La visita

Mi aveva incuriosito ancora di più il film Indianan Jones, in cui Harrison Ford esegue un’incredibile ed avventurosa cavalcata lungo il tunnel che conduce alla città. Nessun’altra location avrebbe potuto essere più suggestiva di questo lungo tunnel, una fessura nella roccia, chiamato Siq. Anch’io volli approfittare del cavallo in cui si poteva montare fino a raggiungere la città.

Dopo un percorso di 1200 metri, in una semi-oscurità tra formazioni rocciose che si stringono tra i 3  e i 12 metri, ti vedi d’improvviso apparire, poco alla volta, una luce in fondo al tunnel che culmina in una apparizione che non ti aspetti: una luce rosa quasi abbagliante e la facciata di questo tempio scavato nella roccia che pare provenire da qualcosa oltre la dimensione naturale.

Non ci sono parole che possano descrivere queste emozioni, esattamente (almeno per me) come quando ascolto una sinfonia di Beethoven, o una poesia di Leopardi, o certi quadri rinascimentali di Leonardo, Correggio, Raffaello, Tiziano ecc.

https://it.wikipedia.org/wiki/Petra_(Giordania)

Una riflessione

Sì, non ci sono parole; l’unica è, se ti è possibile, fare questa esperienza per provare simili emozioni. Un’emozione che mi suscita anche una nostalgia: quando l’uomo è puro è capace di creare bellezze che lo avvicinano al Creatore delle supreme bellezze. Il peccato è sprecare questa possibilità, come stiamo assistendo nella situazione storica di oggi. Siamo costretti a subire brutture da parte di malvagi che hanno capovolto i valori umani ed hanno messo sul piedestallo quel dio-denaro-potere che è il contrario dei valori che ci parlano di bellezza, di semplicità, di solidarietà, di amore. Sono ingenuo? NO, perchè alla fine del tunnel c’è sempre la sorpresa. Già intravvedo  quella luce rosa che ci parla di bellezza, una sorpresa però riservata a chi ci crede e a chi opera per l’arrivo di questa magnifico tempio chiamato Età dell’oro.

Guido Mendogni – sociologo – https://meditiamo.eu/tag/guido-mendogni/

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