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LORO DUE ERANO STATI
Rubrica FRASI ISPIRATRICI

Loro due erano stati

Loro due erano stati qualcosa, un tempo. Come spesso succede nelle vicende umane, avevano rappresentato, l’uno per l’altra, quel tanto sufficiente a trasformarli adesso in due sconosciuti

Mi ha colpita questa frase di Giorgio Faletti, scrittore, comico, cantante astigiano, che è stato, in vita come ora, molto famoso in Piemonte e in Italia.

Ognuno di noi ha avuto un’esperienza d’amicizia o di legame interpersonale che ha considerato importante. Poi qualcosa è successo e quell’amore e amicizia sono terminati, le strade si sono separate e ci si domanda cosa è successo. Ci si chiede come si sia formata una tale distanza, in un rapporto che è stato così stretto un tempo.

La nostalgia per ciò che è stato è normale

Questa frase mi costringe a fermarmi a riflettere e aprire un coperchio, un discorso accantonato che può creare sofferenza e emozione. Rifletto che è normale che un rapporto finisca e, ad un certo punto del percorso, resti il ricordo profondo e un po’ di nostalgia. Nel viaggio che intraprendiamo maturiamo, cresciamo e se possibile, miglioriamo alcuni aspetti, risolviamo delle paure. Cerchiamo un’evoluzione e questo comporta di creare distanza da ciò che non va più in sintonia con noi. L’uomo è solo in questo suo percorso, pur essendo un animale sociale che senza il confronto con gli altri non può crescere. La ricerca della felicità, dell’armonia, ci fa prendere piccole e grandi decisioni. Ringrazio il passato e tutte le care persone che contiene, per avermi dato tanto e ringrazio il presente, le persone che ci sono per il cammino insieme. Volgere troppo lo sguardo al passato ci impedisce una piena crescita, l’accettazione del cambiamento per me è la chiave della serenità.

Loro due erano stati qualcosa

Un’amicizia importante non è andata persa se conservo questo ricordo nel cuore senza rimpianto, come nella frase di Faletti, come un dato di fatto, senza tristezza.

 “Ogni uomo si trascina sulle spalle le proprie illusioni, senza accorgersi di trasportare un sacco bucato, che diventava più pesante a mano a mano che il contenuto veniva perso lungo il cammino. Poi, un giorno, ci si accorgeva che il sacco era vuoto e che la vita era passata.”

dal libro “Fuori da un evidente destino” di Giorgio Faletti

Qui leggo l’amarezza del rimpianto, il momento in cui ci si rende conto che la vita volge al tramonto e tante cose che si desideravano non si sono compiute. Il desiderio è bello quando non diventa illusione.

Monica Brunettini

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