Cracovia e Varsavia
Cracovia e Varsavia
A Bergamo, con un bel sole…partiamo per Cracovia. Il volo è pieno e dato il periodo di turismo ridotto, osserviamo che sono quasi tutti Polacchi. Il 14 ottobre 2020 alle tre del pomeriggio, ci aspettano circa due ore di volo. Puntuali arriviamo, con un dolce atterraggio. L’aereo ha i suoi vantaggi in termini di velocità ma mi sono chiesta se l’inquinamento prodotto da un aereo sia più gravoso di quello di una nave o di altri mezzi di trasporto. Appena sbarcate, davanti al cartello facciamo una bella foto ricordo con le mie tre amiche. Dopo aver cambiato qualche sloto, prendiamo un taxi per andare in centro. Sono circa nove km di percorso…piove e la temperatura è freddina…con cappuccio e valigie alla mano arriviamo in una zona pedonale.
Cracovia centro
L’appartamento che abbiamo prenotato è di tipo “host”, dobbiamo seguire l’indicazione della mail ricevuta in cui vi è la via dove ritirare le chiavi e poco lontano, proprio davanti a una pasticceria, troviamo il palazzo d’epoca dove si trova l’alloggio. E’ meraviglioso fuori e dentro. Siamo felici. Il primo giro nei dintorni, ci svela il vicino Castello di Wawel, illuminato e imponente.
Nel tragitto a piedi, andiamo a prenotare in un punto informazioni, la gita alle miniere di sale, che si trovano a quindici km di distanza. Prendiamo accordi e ci informiamo sulla visita a Auswhiz che è a sessanta km e interessa a una delle tre amiche. Noi desideriamo restare in Cracovia, dato che troviamo che visitare il Campo sia troppo impegnativo emotivamente per noi, avevo già visto Dachau molto tempo fa…
Il nostro giro continua nel centro, sotto la pioggia, alla ricerca di un ristorante, sappiamo che qui si mangia presto e i ristoranti alle nove difficilmente cucinano ancora.
Abbiamo trovato un grazioso posto tipico, per mangiare davvero tradizionale. L’ambientazione è particolare…tutto in legno e centrini di uncinetto, sembra la casa delle bambole…i ravioli di diverse varietà sono enormi e molto buoni: i pierovski, il dessert abbondante con apple pie e gelato…un buon inizio!
Alla mattina andiamo alla pasticceria di fronte. Ci avevano detto che non si mangiava troppo bene rispetto alla cucina italiana ma devo dire che la vetrina di dolci e la varietà che ci si presenta vale la pena. Non dimagriremo di certo…Partiamo per il nostro giro diurno al Castello di Wawel e del centro storico e all’una abbiamo un appuntamento per andare alle miniere di sale che distano pochi kilometri, la cittadina è Wieliczka, ci porta un minibus e ci affida al gruppo italiano per il giro con la guida.
Le miniere sono bellissime- Wieliczka
E’ impressionante percorrere le lunghe gallerie puntellate da tronchi all’interno e trovare delle chiese con sculture in sale che gli stessi operai/artisti hanno costruito visto il molto tempo di cui disponevano vivendo lì nei sotterranei.
La miniera, esaurita come “blocco” che rappresentava una grande ricchezza per l’esportazione del sale, ora funziona in parte per ricavarlo dall’acqua salata che scorre lì sotto, mentre il luogo è riservato ai turisti e alla spa per cure specifiche sulle vie respiratorie. Rientriamo e andiamo in taxi al quartiere ebreo al di là della Vistola dove vi è la fabbrica di Shindler, l’imprenditore che salvò molti ebrei…ora adibita a museo. Non possiamo entrare per via dell’orario, facciamo qualche foto e osserviamo che il quartiere, è un po’ periferico e degradato. Troviamo un bel locale li vicino per cenare, Orzo, cucina varia: tipo pub inglese con carne, humus, birra… look naturalista bio e molto particolare.
Dopo cena ci spostiamo per una passeggiata nel quartiere ebraico che è al di là della Vistola vicino al cuore storico di Cracovia, prendiamo un taxi per avvicinarci e poi passeggiamo a piedi verso il centro.
Dopo un momento all’hard rock andiamo a dormire, l’indomani ci dividiamo, una va a Aushwiz e noi tre, per vedere il quartiere ebraico di giorno, gustiamo la torta Santiago (con le mandorle) in un tipico caffè ebreo, diamo un “occhio” ai negozi di ambra e ci organizziamo per la visita al museo interattivo medievale che si colloca nei sotterranei della piazza e la visita al museo di Copernico anche sede universitaria.
La Chiesa di Santa Maria che dà sulla piazza allo scoccare di ogni ora offre alle nostre orecchie il suolo di una tromba live.
Una breve visita al museo Czartoryski per vedere la dama con ermellino di Leonardo da Vinci –stupenda-non poteva mancare. Ho letto che da poco è stata spostata al Castello di Wawel sempre in Cracovia.
E’ il nostro ultimo pomeriggio qui, a malincuore ritiriamo le valigie dal deposito e in taxi raggiungiamo la stazione per partire in treno alla volta di Varsavia. Ci vogliono due ore e mezza.. su un treno nuovo e efficiente.
Varsavia
E’ bello osservare la natura e i molti alberi nella campagna che percorriamo in treno. Arriviamo alle 19.40 a Varsavia è buio e freddo…Scopriamo che il nostro splendido appartamento di 80metri quadri è in un palazzo vicino alla stazione e al palazzo della Cultura e delle Scienze, il grattacielo simbolo di Varsavia.
Il grattacielo di Varsavia
Un edificio che ricorda l’Empire di N.Y. che fu regalato dopo la guerra dalla Russia alla Polonia. Al suo interno l’ascensore panoramico e molti musei tra cui quello del cinema e teatri.
Ceniamo sotto casa e facciamo un salto da Mc Donald per il dessert, dato che alle 21.00 la cucina del ristorante era chiusa, (norme da psicopandemia) non abbiamo potuto usufruire del dolce. La mattina dopo ci portiamo subito in centro storico con un taxi. La pioggia continua fine.
Il cuore di Varsavia vecchia è incantevole
Arriviamo al castello e facciamo subito una stupenda colazione. La nostra passeggiata continua verso la piazza principale tra bellissime casette d’epoca in tinta pastello. La piazzetta dolcissima ci da modo di vedere la sirena, simbolo di Varsavia. La leggenda vuole che il nome della città deriva da Wars il pescatore che la salvò e dalla sirena Sawa. C’è anche una manifestazione pacifica con tanto di polizia. Arriviamo alle mura della cittadella, Barbacan. Il lungo giro tra chiese e ristoranti ci porta a un parco lungo il fiume. Torniamo in old town e andiamo a visitare il castello che contiene opere di Rembrandt.
Visitiamo la chiesa dove è custodito il cuore di Chopin e decidiamo di spostarci nel quartiere Praga dove troviamo il museo della vodka, dato che in serata in quella zona, abbiamo prenotato per assistere e cenare in un locale con concerto jazz. Il museo chiude presto, facciamo un giro nel quartiere un po’ trasandato di estrazione operaia e ammiriamo la presenza di enormi murales. Bellissima serata. Al rientro vogliamo fare un altro giro nella parte vecchia in taxi per un passaggio in una pasticceria ma alle nove, purtroppo, il coprifuoco anti c o v i d ci impedisce di farlo, anche le foto del centro peccano un poco della scarsa illuminazione.
Il nostro ultimo giorno a Varsavia prevede di lasciare l’appartamento, depositare i bagagli nella vicina stazione ferroviaria e andare sul grattacielo dato che la punta non è avvolta nelle nuvole. Racconto qui per voi la vista spettacolare a cui abbiamo assistito e il disegno/ricordo che ho fatto.
Successivamente vogliamo visitare il parco Lazienky, il più grande della città. Ha nel suo percorso di viali interno, meravigliosi palazzi reali visitabili. Tra scoiattoli e volatili gli abitanti passeggiano nella natura, è domenica. Decidiamo di andarci in bus per provare se funzionano e in effetti riusciamo a orientarci…
Il ritorno
Arriva il momento di tornare, dopo un po’ di cammino ricomincia a piovere, pranziamo con i ravioli un’ultima volta. Li ho scelti agrodolci ai mirtilli. Per il rientro prendiamo un tram e ci fermiamo in stazione per il ritiro delle valigie. Passiamo per un ultimo souvenir all’hard rock lì vicino, dove prendiamo il taxi che abbiamo riservato per andare in aeroporto. E’ tardo pomeriggio, sono le sei e in uno degli aeroporti di Varsavia, di nome Modlin che ci si presenta semi-deserto, spendiamo gli ultimi sloti. Rientriamo da una bellissima esperienza in un Stato che mi è piaciuto per la sua organizzazione e per la gentilezza degli abitanti.
Monica Brunettini