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Rubrica ARTE ed ARTISTI

Paesaggio dal grattacielo

Vi racconto com’è nato il disegno del paesaggio dal grattacielo

A ottobre 2020 ho fatto un bellissimo viaggio con alcune amiche per visitare due grandi città: Cracovia e Varsavia.

Racconto in un altro momento il nostro viaggio, ma un ricordo di esso mi ha colpito al punto di essere fonte di ispirazione per un disegno.

Siamo salite in ascensore per godere della vista panoramica a 360 gradi dal grattacielo simbolo della città di Varsavia: il Palazzo della cultura e della scienza.

Questo grattacielo ha una storia

Alto 237 metri e ha 42 piani. Per diversi decenni è stato il secondo più alto d’Europa, il primo era l’edificio principale dell’Università di Mosca, più alto di soli tre metri.

Al suo interno si trovano musei, sale congressi, teatri, cinematografi e uffici.

Il palazzo fu donato alla Polonia dall’Unione Sovietica e venne progettato da Rudnev. È anche detto Palazzo di Stalin, dato che fu costruito per sua volontà.

Questo architetto utilizzava la tecnica di costruire un’ampia base prima di estendersi in altezza, per dare maggiore stabilità al complesso.

Ricordo di aver visto il Palazzo dell’Università a Mosca, molto simile al Palazzo della Cultura.

panorama

La vista dall’alto è stata ampia e spettacolare anche se la giornata che abbiamo scelto nel mese di ottobre non era serena. Ho portato nel cuore quell’esperienza e quella vacanza. Al mio ritorno a Canelli è stata indetta una mostra sulla luce e ombra, e ho deciso di riprodurre in un quadro quello che ho visto. Come spiego nel mio precedente articolo, mi appassiona dedicarmi all’arte come esperimento.

Sono partita da una foto e  ho disegnato a matita ciò che desideravo riprodurre, in questo caso il paesaggio urbano. Per colorare ho utilizzato la tecnica della china, un inchiostro nero che,  su foglio bianco, a seconda del tipo di segni impressi genera profondità e chiaro – scuri in bianco e nero. Semplicemente ho acquistato l’apposito pennino e l’inchiostro in cu intingerlo per realizzare l’opera che ora vi mostro. Per dare le sfumature, disponendo di un unico colore, ho creato dei piccoli segni, puntini, ghirigori, stanghette che a seconda della distanza in cui sono messi generano l’effetto della terza dimensione ovvero della profondità. Se, come mi è successo (si evidenzia in alto a destra) l’inchiostro macchia, non vi è modo di correggere o cancellare, per cui quella macchia deve e può diventare un elemento aggiuntivo del disegno. Qui è diventato un aereo, simpatica cosa vero?

Mi auguro che questa mia esperienza possa essere un’ispirazione a realizzare qualcosa di vostro, alla prossima…

Un caro saluto,

Monica Brunettini

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