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Rubrica VIAGGIARE che PASSIONE

Chianale la gemma della Val Varaita

Un viaggio tra storia, fede e tradizioni antiche

Chianale la gemma della Val Varaita: un borgo incantevole dove il tempo si è fermato, tra antiche pietre e storie da scoprire.

Il 10 agosto 2025, sono tornata a Chianale (cn) con la mia famiglia. Questo grazioso borgo incastonato nella Val Varaita, mi è da sempre caro, perché durante le torride estati andavo a visitarlo in cerca di un po’ di fresco, spesso in compagnia di mia nonna materna che abitava lì vicino, a Piasco. Chianale è un luogo che parla al cuore, un rifugio dove il tempo sembra essersi fermato e ogni pietra racchiude un ricordo.

Ancora oggi, ciò che mi affascina di più sono le sue casette in pietra, così ben conservate da raccontare una storia di autenticità e resistenza. Oltre alle sue strade, ho scoperto un vero gioiello: il museo del costume di valle. Non il solito museo polveroso, ma un luogo vivo e coinvolgente, che celebra le tradizioni con un tocco di modernità. Un’esperienza che mi ha toccato profondamente, perché parla a chi, come me, è legato alle proprie radici e ai ricordi d’infanzia.

Oggi, voglio accompagnarvi in una passeggiata tra le graziose vie del borgo in mezzo ai banchi della sua fiera. Buona lettura.

Un cuore antico

tra le montagne

La storia di Chianale, la gemma incastonata nella Val Varaita, batte al ritmo antico dei secoli. Questo borgo, a 1800 metri di altitudine, al confine con la Francia, è stato per secoli un crocevia di storie e destini lungo la “Chemin Royal,” l’antica via del sale. La sua anima è profondamente occitana, arricchita dalla vicinanza con la cultura francese. Un tratto distintivo della sua storia è la sorprendente apertura che lo rese, nel Seicento, l’unico della valle a concedere libertà di culto. Passeggiando tra le sue case di pietra e ardesia, con i vicoli stretti e il ponte che attraversa il Varaita, si percepisce l’incredibile resilienza di chi ha vissuto e amato questo luogo.

Il riconoscimento come uno dei “Borghi più Belli d’Italia” non è solo un titolo, ma un’onorificenza che celebra la sua bellezza autentica. L’associazione premia i luoghi che, come Chianale, hanno saputo custodire con amore il proprio patrimonio. La cura per le architetture tradizionali e la presenza di musei che raccontano l’artigianato locale testimoniano un’identità forte. Questo status non solo ne attesta il fascino, ma promuove un turismo consapevole, invitando ogni visitatore a entrare in punta di piedi in una storia che, nonostante il tempo, è rimasta viva.

Le vie di Chianale

Un tuffo nel passato

Chianale, ultimo baluardo abitato della Val Varaita prima del confine con la Francia, è uno di quei luoghi che ti accolgono con un abbraccio di storia e serenità. Passeggiare per le sue vie acciottolate è come fare un salto indietro nel tempo. Le case in pietra, con i loro tetti in lose, si susseguono una dopo l’altra, testimoni silenziose di secoli di vita montana. Ogni angolo, ogni scalinata, sembra raccontare una storia di fatica e resilienza. Il borgo è diviso in due parti dal torrente Varaita, e due suggestivi ponti di pietra ne uniscono le sponde, offrendo scorci pittoreschi e indimenticabili. La cura con cui gli abitanti preservano questo patrimonio è evidente, e si respira un senso di profondo rispetto per le tradizioni.

La Fiera di San Lorenzo

Tra storia e radici profonde

La Fiera di San Lorenzo a Chianale non è solo un evento, ma il cuore pulsante di una comunità che si ritrova e celebra le proprie radici. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, legandosi indissolubilmente alla vita agricola e pastorale della Val Varaita. In passato, la fiera era molto più che un semplice mercato: rappresentava un fondamentale momento di scambio non solo di merci, ma anche di informazioni, conoscenze e tradizioni. Era il punto d’incontro per i pastori che scendevano dall’alpeggio, per i contadini che portavano i frutti del loro duro lavoro e per i commercianti che valicavano i passi montani.

Storicamente, la fiera aveva una duplice funzione. Da un lato, era un’occasione per vendere e acquistare i prodotti necessari per l’inverno, dall’altro, era una celebrazione religiosa in onore del patrono del paese, San Lorenzo. Questa combinazione di sacro e profano ha forgiato il carattere unico dell’evento. Oltre al mercato vero e proprio, si svolgevano e si svolgono ancora oggi processioni e cerimonie che testimoniano una fede profonda e radicata. La tradizione dell’asta di prodotti locali, oggi un momento di festa e allegria, affonda le sue radici proprio in queste antiche consuetudini. In passato, i proventi dell’asta erano spesso destinati a scopi benefici, come il sostentamento delle famiglie in difficoltà o il finanziamento dei lavori di manutenzione della chiesa, rafforzando così il senso di solidarietà e l’identità comunitaria.

Oggi, la fiera si è evoluta, accogliendo non solo i prodotti tipici, ma anche l’artigianato locale, e ha saputo mantenere viva l’anima di un tempo. Le bancarelle offrono formaggi d’alpeggio, salumi e dolci, ma l’aria che si respira è la stessa di secoli fa: un mix di festa, tradizione e orgoglio per un territorio che continua a resistere e a far sentire la sua voce. 

Arte votiva tra le pietre

La Chiesa di San Lorenzo

Un abbraccio di pietra e luce

Nel cuore di Chianale, la Chiesa di San Lorenzo si erge come un faro spirituale, un luogo che ha accolto generazioni di fedeli e ha visto la storia del borgo scorrere tra le sue mura. Costruita nel XII secolo e poi modificata, la sua facciata in pietra con il caratteristico campanile a vela si fonde armoniosamente con il paesaggio alpino, riflettendo la solidità e la sobrietà della gente di montagna.

L’interno

Ma è varcando la soglia che si compie la magia: la luce soffusa, filtrata dalle piccole finestre, crea un’atmosfera di pace e raccoglimento che avvolge il visitatore. Gli affreschi, pur segnati dal tempo, non sono semplici decorazioni, ma vere e proprie narrazioni visive che educavano e ispiravano la comunità, raccontando storie bibliche con una forza che ancora oggi commuove e affascina. In particolare, le raffigurazioni del presbiterio, con il loro fascino suggestivo, ci parlano di una fede profonda e di una cultura che si tramandava attraverso le immagini.

La cappella di Sant’Antonio

Un tesoro di colori e devozione

Accanto alla chiesa principale si trova un vero e proprio scrigno d’arte: l’antica Cappella di Sant’Antonio. Un gioiello di dimensioni ridotte, ma di inestimabile valore, che racchiude al suo interno un ciclo di affreschi del XV secolo. Queste opere, realizzate con maestria, sono un raro e prezioso esempio di arte tardo-gotica alpina e testimoniano la profonda devozione che animava la comunità di Chianale. Nonostante l’usura del tempo, è ancora possibile distinguere scene della vita di Cristo e dei santi, come l’Ultima Cena e la Crocifissione, dipinte con una palette di colori vivaci che ha saputo resistere ai secoli. La cappella è un promemoria toccante del fatto che la fede, in queste valli, non era solo una questione di preghiere, ma si esprimeva anche attraverso la bellezza e l’arte.

Le pietre che raccontano

il potere

 Nel cuore di Chianale, la storia non è solo dipinta negli affreschi delle chiese, ma scolpita nelle pietre degli edifici che hanno plasmato la vita della comunità.

Al centro del borgo, il Palazzo del Sindaco si erge maestoso e antico, testimone silenzioso di un’epoca passata. Con la sua struttura medievale in pietra e i suoi portici, l’edificio evoca il tempo in cui era il fulcro delle decisioni, il luogo dove si decideva il destino del paese. Le sue mura spesse e le piccole finestre non sono solo un dettaglio architettonico, ma un monito potente: in un mondo incerto, anche il cuore del potere doveva essere una fortezza inespugnabile, un simbolo di forza e sicurezza per la comunità.

Chianale la gemma della Val Varaita

L’ospizio dei templari

Un ponte tra cultura e anima

Ma la storia di Chianale riserva anche un’altra perla di straordinaria empatia: l’Ospizio dei Templari. Lontano dall’essere un semplice rifugio, questa antica struttura era un vero e proprio abbraccio per i viandanti e i pellegrini che osavano affrontare il Colle dell’Agnello. Qui, in un luogo che accoglieva le fatiche del viaggio, si incrociavano storie, si scambiavano merci e si tessevano legami tra l’Italia e la Francia. Forse gestito da monaci cistercensi, l’ospizio non era solo un punto di sosta, ma un ponte tra mondi, un simbolo della solidarietà e dell’incontro tra culture che da sempre anima queste montagne. È un promemoria toccante del fatto che la storia di un luogo è fatta non solo di pietre, ma di volti, di viaggi e di un’accoglienza senza tempo.

Il museo del

costume di valle

Un viaggio emozionale

nel cuore della tradizione

Il Museo del Costume di Valle a Chianale è molto più di una semplice esposizione di tessuti e abiti. È un’esperienza che tocca le corde dell’anima, un viaggio indietro nel tempo che ci fa riscoprire la bellezza e la dignità del passato. Lontano dalla polvere dei musei convenzionali, qui i costumi tradizionali della Val Varaita prendono vita, raccontando storie di donne forti e resilienti. L’abito femminile, con il suo pesante panno scuro e le ampie pieghe, non è solo un indumento, ma un simbolo di un’eleganza austera e autentica. Scialli di seta ricamata e la croce d’oro non sono semplici accessori, ma testimonianze di una fede e una raffinatezza che resistono al passare dei secoli.

Chianale la gemma della Val Varaita

Dettagli che uniscono e raccontano vite

A volte sono i dettagli più piccoli a lasciare il segno più profondo. All’interno del museo, un confronto inatteso ci porta a riflettere: quello tra la cuffia val Varaita, semplice e avvolgente, e quella valdese, complessa e ricca di nastri. Due mondi che si incontrano e dialogano, raccontando tradizioni diverse ma ugualmente preziose. E poi, un’immagine che stringe il cuore: una culla appesa alla sagoma di un asino. Un manichino di neonato al suo interno ci trasporta immediatamente in un passato di fatica e ingegno. Ci fa immaginare le madri che trasportavano i loro figli lungo i sentieri impervi. È una fotografia visiva di un amore e una dedizione senza tempo. Un ricordo che risuona anche nelle nostre valli e nelle vite dei nostri antenati.

Un’eredità che

continua a vivere

Il museo non si limita a mostrare il passato, ma lo celebra con dignità e rispetto. Ogni abito è accompagnato da pannelli che ne svelano i segreti: i materiali, le tecniche di lavorazione, il significato simbolico. È un percorso che ci fa sentire parte di una storia più grande, che ci connette alle generazioni che ci hanno preceduto. Storie di matrimoni, feste e lavoro nei campi prendono forma davanti ai nostri occhi. Grazie anche ai video esplicativi che ci permettono di comprendere l’importanza di questi abiti. E la prova che questa eredità non si è persa nel tempo è visibile proprio durante la fiera. Le giovani ragazze indossano con orgoglio questi costumi, dimostrando che la tradizione non è un peso, ma un tesoro da custodire e tramandare.

Chianale la gemma della Val Varaita

Un borgo

che vive e si evolve

Chianale non è solo un borgo da ammirare, ma un luogo che vive e si evolve, mantenendo salde le sue radici. La sua bellezza, la sua storia e le sue tradizioni si fondono in un’esperienza indimenticabile, capace di toccare il cuore di chi lo visita.

Sei mai stato in un borgo che ti ha fatto sentire come a casa? Scrivilo nei commenti.

Romina Godino

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Romina Godino

Sono un'anima profondamente creativa, e la mia vita è dedicata all'arte, dalle parole ai disegni, fino alla creazione di gioielli. Gestisco questo blog per condividere le mie passioni, i miei pensieri più intimi e le mie idee con tutti voi, invitandovi a esplorare le 1000 sfaccettature del mondo, insieme a me.

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