
Loreto un luogo antico che parla al cuore
Un viaggio nel centro della fede e dell’arte
un’emozione universale
Loreto un luogo antico che parla al cuore. Santuario custode di storia e fede, scrigno d’arte che accoglie con spiritualità. Un luogo magico da scoprire.
Qualche anno fa, il mio viaggio di ritorno dal Salento, ha trovato la sua ultima, inaspettata tappa a Loreto. Non sono cattolica, la mia spiritualità affonda le radici negli insegnamenti del Buddha, eppure quel luogo sacro ha esercitato su di me un fascino potente, un’energia persistente che ancora oggi, a distanza di tempo, mi emoziona.
Ricordo nitidamente il raccoglimento silenzioso che avvolgeva la basilica, la devozione sussurrata dei numerosi fedeli. Con mio padre, come facevamo in ogni chiesa che visitavamo insieme, abbiamo acceso una candela, un piccolo gesto intriso di affetto e ricordo della mia mamma che era volta in cielo da poco più di un anno. E poi, l’incontro con il cuore pulsante di Loreto: quel sarcofago marmoreo finemente scolpito che custodisce la Santa Casa, le mura che, secondo la tradizione, hanno ospitato la Vergine Maria a Nazareth.
Varcare quella soglia, guardare la Madonna Nera, ha scatenato in me un’emozione fortissima, un fiume di lacrime inspiegabile. Un coinvolgimento così intenso da impedirmi, di assaporare appieno la ricchezza di quel luogo straordinario.
Loreto un luogo antico che parla al cuore
Un santuario
avvolto nella leggenda e nella storia
La sua storia affonda le radici in una leggenda affascinante, un racconto di fede e miracolo che ha attraversato i secoli. Si narra che, nel 1294, in seguito alla cacciata dei crociati dalla Palestina, la Santa Casa di Maria sia stata miracolosamente traslata dagli angeli prima a Tersatto, in Dalmazia, e poi, nel 1296, nell’attuale Loreto.
Che lo spostamento, sia avvenuta per mano divina o per opera di una nobile famiglia di nome De Angelis che trasportò le pietre via mare, poco importa di fronte alla potenza evocativa di questa storia. Ciò che conta è che, fin dal suo arrivo, Loreto divenne un centro di pellegrinaggio sempre più importante.
Nel corso dei secoli, il piccolo nucleo originario si è trasformato in un imponente complesso architettonico, testimonianza della fede e della magnificenza artistica. Papi, principi e fedeli hanno contribuito ad abbellire il santuario, rendendolo uno scrigno di opere d’arte inestimabili.
Storia e significato delle mura
Salendo dall’area camper dove abbiamo sostato, verso la Basilica, sono stata molto colpita dalle alte mura che la facevano somigliare ad una vera e propria fortezza più che ad un edificio religioso. Tuttavia, l’aspetto fortificato del Santuario affonda le radici in precise esigenze storiche.
A partire dal XV secolo, le coste adriatiche furono sempre più frequentemente soggette alle incursioni dei pirati saraceni. Queste scorrerie non risparmiavano neanche i luoghi di culto, spesso ricchi di offerte votive.
Fu in questo contesto di insicurezza che si decise di proteggere l’insediamento che si stava sviluppando attorno alla Santa Casa. I lavori di fortificazione iniziarono nel corso del XIV sec. coinvolgendo importanti architetti dell’epoca. L’obiettivo era quello di creare un vero e proprio baluardo difensivo in grado di offrire rifugio alla popolazione e ai pellegrini in caso di necessità.
Camminando lungo il loro perimetro, si possono ancora oggi notare le torri di avvistamento e i camminamenti per le sentinelle, testimonianze di un passato in cui la fede doveva essere difesa con la forza.
Quest’unione tra sacro e profano, rende il questo santuario un caso unico nel suo genere. Le mura, con la loro imponenza, non sminuiscono la spiritualità del luogo, ma raccontano una storia complessa fatta di fede, devozione e della necessità di proteggere un tesoro così prezioso dalle minacce esterne. Un simbolo della tenacia e della determinazione con cui la comunità di Loreto ha sempre custodito il suo cuore sacro.
La scala Santa e la statua di Giulio II:
un inno alla fede e potere
Ad accogliermi, si erge maestosa la Scala Santa, un’imponente rampa marmorea che conduce al sagrato della basilica. E’ stata realizzata su progetto del Bramante. Ma non è solo un elemento architettonico di grande impatto visivo, è anche un luogo di preghiera e penitenza. La tradizione vuole che i pellegrini la salgano in ginocchio, recitando preghiere ad ogni gradino.
Al suo culmine, si ergeva la statua bronzea di Papa Giulio II, opera di Andrea Sansovino. La statua fu fusa successivamente per ricavare cannoni. Quella che vediamo oggi, è una copia.
Loreto un luogo antico che parla al cuore
La piazza:
un salotto accogliente
Per abbracciare con lo sguardo l’imponente facciata della cattedrale in tutta la sua maestosità, ho percorso con passo curioso i portici che incorniciano un lato della piazza. Successivamente, insieme a mio padre e al resto della mia famiglia, ci siamo seduti ai tavolini esterni di un bar. Da questa posizione, lo sguardo poteva spaziare liberamente, abbracciando la solennità della chiesa e l’animazione del luogo di incontro. La piazza, con la sua pavimentazione in pietra, sembrava un naturale prolungamento dello spazio sacro, un luogo dove la vita quotidiana e la spiritualità si sfioravano. Seduti al tavolino del bar, sorseggiando un caffè, ho potuto ammirare in tutta la sua eleganza il campanile. Con la sua presenza, unisce la dimensione terrena e quella celeste.
Il campanile del Vanvitelli:
un’elegante sentinella
nel cielo marchigiano
A slanciare verso l’alto la maestosità del santuario, si erge l’elegante campanile, opera di Luigi Vanvitelli, celebre architetto del XVIII. Con la sua linea longilinea e la sua sommità culminante in una cuspide ricoperta di piombo, rappresenta un perfetto esempio di architettura tardo-barocca. La sua forma si sviluppa con una base quadrata e solida, quasi a voler piantare le radici profondamente nel terreno. Da li, il fusto del campanile sale con linee pulite e progressivamente più snelle, creando un dinamismo visivo che cattura lo sguardo.
Si possono notare diversi ordini, scanditi da cornicioni che ne marcano l’altezza e alleggeriscono la verticalità con un gioco di ombre. Le aperture, destinate ad alloggiare le campane, sono finestre più sobrie, incorniciate da elementi architettonici classici.
Loreto un luogo antico che parla al cuore
Il Legame di Giulio II
con il Santuario di Loreto
Il legame di Papa Giulio II con questo santuario, è particolarmente significativo. Mostrò un profondo interesse per il santuario mariano, riconoscendone l’importanza come meta di pellegrinaggio. Sotto il suo pontificato, furono avviati importanti lavori di abbellimento e fortificazione del complesso di Loreto.
In particolare, Giulio II fu colui che diede un impulso decisivo alla costruzione della facciata della Basilica, affidando il progetto a Bramante. Sebbene i lavori si siano protratti anche dopo la sua morte, la visione di Giulio II fu fondamentale per la sontuosità che caratterizza oggi il santuario. Inoltre, commissionò opere scultoree e arredi sacri per arricchire la Santa Casa, contribuendo a renderla un centro artistico e spirituale di primaria importanza. La devozione del papa, e il suo mecenatismo, sono ben rappresentati della sua statua bronzea.
Un volto di pietra
che narra secoli di fede
Accanto al campanile, si erge imponente la facciata della Basilica della Santa Casa. Questa parete frontale, accoglie il pellegrino con una solennità che tocca l’anima.
Le sue linee armoniose, frutto di diverse epoche costruttive sapientemente integrate, raccontano secoli di devozione in un linguaggio muto ma chiaro. Si percepisce la robustezza dei blocchi di pietra, ma anche la delicatezza degli elementi decorativi, quasi un ricamo che impreziosisce la severità della struttura.
Il portale centrale, invita a varcare una soglia che separa il mondo esterno dal silenzio interiore.
Le finestre, disposte con studiata cadenza, non sono semplici aperture, ma occhi che filtrano la luce del sole, creando giochi di chiaroscuro. Ogni cornicione, ogni lesena, ogni dettaglio scultoreo sembra sussurrare storie di artisti e committenti, di un impegno collettivo nel rendere omaggio a un luogo così speciale.
Osservare la facciata della Basilica è come leggere un libro di pietra, dove ogni elemento architettonico è un capitolo che narra la storia di un legame profondo tra l’uomo e il sacro. Un volto severo ma accogliente, che prepara il cuore all’emozione di varcare la sua soglia e immergersi in un universo di arte e spiritualità senza tempo.
L’imponenza della basilica:
un tesoro di arte e spiritualità
L’imponenza della sua architettura, con le sue navate maestose, i suoi altari riccamente decorati e i suoi affreschi luminosi, mi ha lasciato senza fiato. Artisti del calibro di Bramante, Sansovino, Lotto, Zuccari e molti altri hanno lasciato la loro impronta indelebile in questo luogo sacro, trasformandolo in un vero e proprio scrigno d’arte. Ogni cappella, ogni dettaglio architettonico, ogni opera pittorica e scultorea racconta una storia di fede, di devozione e di genio artistico. Ma al di là della sua straordinaria bellezza artistica, la basilica è un luogo di preghiera e raccoglimento. L’atmosfera che si respira al suo interno è intrisa di una profonda spiritualità, un senso di pace e trascendenza che mi ha avvolto.
La Santa Casa e le Madonne Nere
E poi c’è Lei, la Santa Casa, il cuore pulsante del santuario. Quelle mura antiche, semplici eppure cariche di un’energia millenaria, custodiscono un mistero che continua ad affascinare e commuovere. La Madonna Nera, con il suo sguardo enigmatico e dolce, accoglie i pellegrini, simbolo di speranza e di materna protezione. È una figura rara e affascinante, una delle circa otto Madonne Nere venerate in Europa. Tra le più celebri si annoverano:
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quella di Częstochowa (Polonia);
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la Madonna di Montserrat (Spagna);
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la Vergine Nera di Einsiedeln (Svizzera);
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la Madonna Nera di Altötting (Germania);
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la madonna nera di Notre-Dame du Puy-en-Velay (Francia);
In Italia, oltre a quella di Loreto abbiamo:
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quella di Oropa (Piemonte);
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quella di Tindari (Sicilia);
Le ragioni di questa insolita colorazione sono oggetto di diverse ipotesi. Alcuni studiosi ritengono che il colore scuro sia dovuto all’ossidazione del piombo contenuto nei pigmenti originali nel corso dei secoli, o all’affumicatura delle candele utilizzate per la venerazione. Altri suggeriscono che alcune Madonne Nere possano essere copie di antiche icone bizantine, dove l’uso di colori scuri era più frequente. Infine, vi è un’interpretazione simbolica che lega il colore nero alla fertilità della terra, al mistero della creazione e alla profondità spirituale.
Conclusioni
La mia esperienza di fronte alla Madonna nera è stata intensa e inaspettata. Quelle lacrime incontenibili, non erano legate a una specifica dottrina religiosa, ma a qualcosa di più profondo, a un’emozione universale che trascende i confini della fede: il mistero della vita e della maternità e, forse, il pensiero della mia mamma che non c’era più.
La piazza antistante la basilica, rappresenta un ideale spazio di accoglienza e contemplazione. Un luogo dove i pellegrini possono sostare, riflettere e condividere la propria esperienza spirituale.
Loreto non è solo un luogo di culto, ma un crocevia di storie, di culture e di emozioni. Un luogo dove l’arte si fa preghiera, dove la storia si intreccia con la leggenda e dove il cuore umano si apre alla spiritualità in tutte le sue forme.
E voi, cari lettori, avete mai provato un’emozione così intensa in un luogo sacro? Condividete la vostra esperienza nei commenti!
Romina Godino
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