La storia di Prali in breve
La storia di Prali in breve. La storia del vasto comune di Prali, di cui Ghigo è il capoluogo, è intrecciata con quella dei Valdesi.
Il comune di Prali (To), si trova in una stretta valle laterale alla più nota e trafficata Val Chisone la Val Germanasca il cui capoluogo odierno è Ghigo.
La sua storia, come la maggior parte dei borghi del territorio incastonati tra le montagne, è legata ad una delle chiese protestanti presenti in Italia: i valdesi, e ad una realtà locale, ma non solo che è l’Occitania.
Lingua d’Oca e territorio
fino al 1937, il toponimo era Praly, derivante al termine occitano pral che significa prati
Il toponimo, prima d’assonanza francese e poi italianizzato con il nome odierno nel periodo fascista, rende bene l’idea del luogo.
E’ un’ampia conca prativa lungo le sponde del torrente Germanasca circondato da alte vette che la dividono dal versante francese del parco del Queyras.
La storia di Prali in breve
Vediamo ora il quadro generala storico che lega il più ampio comune di Prali, di cui Ghigo è il capoluogo, ai protestanti
In senso più ampio la storia di questo piccolo borgo montano, come del resto molti nelle valli circostanti è legata ad una delle confessioni protestanti presenti in Italia: i Valdesi.
La storia di questa chiesa, è assai complessa e riguarda più di un luogo.
Per chi desidera approfondire, vi consiglio la visita di Torre Pellice, nell’adiacente Val Pellice, cuore nevralgico della chiesa Valdese (dove esiste un bel museo e molte realtà che vi possono far capire meglio questo pezzo di storia e cultura locale).
Le Persecuzioni delle chiese protestanti
Quella dei valdesi è una realtà che, per la propria sopravvivenza, li ha portati a vivere in luoghi spesso remoti ed inaccessibili. I villaggi valdesi, si trovavano tra le alte vette montane che fungevano così da difesa naturale
Per sradicare quella che dal clero cattolico era considerata un’eresia, furono usati talvolta modi violenti, sino ad arrivare addirittura ad usate le truppe militari in certi periodi (come vedremo in un episodio che riguarda anche la storia di Prali).
Così, per sfuggire alle persecuzioni, i valdesi s’inerpicarono tra le più alte montagne e si stanziarono nelle più inaccessibili valli o, talvolta, furono costretti ad abbandonare le proprie terre per cercare un rifugio sicuro all’estero.
Un esempio, della forza bruta usata dalla chiesa cattolica contro i valdesi, è il “glorioso rimpatrio“.
Riassumendo, molti valdesi per sfuggire alle persecuzioni, si esiliarono sul lago di Ginevra, dove avevano trovato protezione.
Ma nel 1689, alcune migliaia di uomini ( tra qui alcune centinaia di abitanti di Prali) stavano attraversando la Savoia, con marce forzate, per ritornare alle proprie terre.
Guidati dal pastore Henri Arnaud, si scontrarono con l’esercito francese.
Tutto questo, cessò il 17 febbraio 1848.
Quel giorno, Re Carlo Alberto di Savoia promulgò le lettere patenti, un editto dove diede la libertà di culto a Valdesi ed Ebrei.
Per fare arrivare la notizia anche nei punti più remoti delle valli, ci fu una sorta di passa parola quella notte.
Da Torino, passando poi per ogni borgo in cui c’erano valdesi, si accese un falò.
In quella data, che è considerata l’unica vera festa valdese ancora oggi, le valli si punteggiano di fuochi attorno ai quali, si balla e si canta in vestiti tradizionali: che ricalcano l’abbigliamento del XIX.
I maschi, si vestono con pantaloni lunghi scuri, corpetto chiaro, giubba con risvolto alle maniche.
Mentre le donne indossano il caratteristico abito a cui viene aggiunto un grembiule, uno scialle e la tipica cuffia.
Io, pur non essendo valdese, ma avendo partecipato spesso alla serata con i miei amici valdesi, ho potuto assaporare la fierezza e la gioia di tramandarsi le tradizioni anche come un “semplice” vestito.
Perché ancora oggi per la festa, ed altre cerimonie ed eventi importanti, le donne si vesto con questo per me affascinante abito.
Voi conoscevate i valdesi e parte della loro storia e territori? Vi pacerebbe venire a a fare una visita alle valli valdesi? Scrivetelo nei commenti.
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