Il giardino dei ricordi perduti
La magia del Giardino dei ricordi perduti
In un angolo nascosto della città, dove le strade si intrecciavano come fili di un tessuto, c’era un giardino che molti avevano dimenticato. Era il Giardino dei ricordi perduti.
Ad esso era legata una leggenda. Si narra infatti che chiunque vi entrava potesse ritrovare ciò che aveva perduto nella memoria, a causa del tempo che correva via veloce.
Sara, una ragazza molto curiosa, aveva sentito alcune storie su quel luogo magico e così, spinta dal desiderio di scoperta, decise di cercarlo.
Si mise in cammino e, dopo alcuni giorni di ricerca arrivò davanti al cancello arrugginito che dava l’accesso al giardino. Con un certo timore e mettendo forza, spinse l’ apertura di ferro che, con un sonoro scricchiolio, si aprì. Sara varcò la soglia.
Il giardino era incantevole: selvaggio e ricco di vegetazione, con fiori dai colori vivaci e alberi che muovevano le fronde, quasi a sussurrare segreti al vento. Sofia si addentrò tra i sentieri.
Ad ogni passo in lei si risvegliavano ricordi che credeva ormai perduti: serate allegre con vecchi amici, risate con le sue compagne di scuola e di gioco, abbracci affettuosi di persone amate, sogni fatti da bambina e mai confessati.
Nell’ estremità finale del giardino c’era uno stagno bellissimo: l’acqua limpida era abbeveraggio per gli uccellini che abitavano tra i rami e rinfresco per i viandanti che passavano di là.
Seduto sulle rive del lago, Sara vide un vecchio: sembrava aspettarla.
Era il Custode dei Ricordi e vegliava sul giardino.
“Cosa cerchi, giovane viandante?” le chiese con voce dolce e tono pacato.
Sara si avvicinò e rispose: “Cerco i ricordi che ho perso, quelli che il tempo si è portato via.”
Il Custode sorrise e le mostrò una piccola chiave d’argento.
“Questa chiave aprirà il cassetto dei tuoi ricordi più preziosi. Ma ricorda bene: alcuni ricordi possono essere condivisi, mentre altri devono restare nascosti. Abbine cura!”
In un albero Sara vide un piccolo cassetto incastonato. Vi si avvicinò con la chiave in mano e lo aprì. All’interno trovò fotografie, lettere e un piccolo quaderno: un diario! Erano piccole parti della sua vita che aveva dimenticato ma che ora tornavano a lei, come ricordi vividi e chiari.
Quando Sara lasciò il giardino si sentiva più completa: come se avesse ritrovato la parte di sé che le mancava. Era tranquilla perchè ora sapeva che, anche se il futuro le avrebbe regalato nuovi ricordi, il Giardino di ciò che la sua memoria aveva perso, sarebbe sempre stato lì per lei.
Un rifugio per l’anima e per il cuore, un libro aperto per ricordare.