Lettera a Matisse, piccolo guerriero
MATISSE, un piccolo guerriero
Lettera a Matisse. Ha senso scrivere una lettera ad un animale? Io credo che una lettera – la cui storia peraltro è antichissima – sia uno dei migliori veicoli per comunicare l’epressione dei sentimenti che il nostro cuore racchiude. Dunque SI, ha molto senso. Se poi la lettera intende portare un messaggio d’ affetto al gattino di casa che, vittima di un brutto incidente, lotta per sopravvivere, ha una duplice valenza: di sfogo della nostra preoccupazione e di supporto energetico al povero animale.
Preoccupazione e tristezza
Luglio 2021. Eravamo al mare, una serata molto triste. Matisse era stato ricoverato nella clinica veterinaria della città marina, dopo essere stato soccorso da persone amorevoli, perchè investito da un’auto. Incauto ed inesperto, il micio era uscito sulla strada accanto a casa, seguendo una meravigliosa gattina a pelo fulvo. Probabilmente si è infilato tra le sbarre della cancellata, ignorando il pericolo. Lui, gatto sempre vissuto in appartamento, privo di esperienza e legittimamente molto curioso.
Questa lettera – a lui dedicata – la scrissi due estati fa
<<Quando a inizio novembre sei arrivato nella casa di via Cellini eri un batuffolo di pelo screziato diventato poi bianco e nero, in piena armonia con la fede calcistica di buona parte della nostra famiglia. I ragazzi si sono subito innamorati di te, micio adottato, proveniente dal gattile. Si litigavano qualche coccola che tu non disdegnavi. Mai.
Hai vissuto per otto mesi in alloggio, accudito con amore tenero. L’arrivo della bella stagione ti ha visto cresciuto, parecchio. Avevi preso l’aspetto di un gatto grande, anche se la tua data anagrafica segnava il tempo reale e ti considerava ancora cucciolo. Perciò ti abbiamo rivolto mille attenzioni: temevamo che tu, uscendo sul balcone, attratto da qualche volatile, ti facessi venire in mente di salire sulla ringhiera, rischiando pericolose cadute.
Hai saputo dare molto a tutti noi! Hai perfino coinvolto il nonno, che in principio si era mostrato scettico. Un animale richiede impegno. Si chiedeva chi ti avrebbe curato durante le ore di lavoro e scuola dei tuoi padroni… E poi, in assenza dei tuoi padroncini per un viaggio o per le vacanze, che ne sarebbe stato di te?
Ma tu ti sei adattato con rapidità accettando la solitudine. Pare sia una caratteristica o meglio una dote dei gatti. Spiriti liberi per natura si affezionano al padrone ma sanno vivere molto bene per conto proprio: accolgono sporadicamente la chiamata e decidono loro quando e come avvicinarsi, anche se apprezzano le coccole degli umani.
Hai scelto tu chi doveva essere la tua “padrona”
Di certo hai scelto chi, fra tutti noi, sarebbe stata la tua “padrona”: Francesca, mia figlia… la donna che al gattile aveva sentito il tuo richiamo e rivolto a te la sua attenzione. Con lei sei entrato subito in un contatto empatico e sinergico. Tuttavia, in sua assenza, hai riconosciuto ognuno di noi, soprattutto per reclamare il cibo e l’acqua: ci mostravi con la tua modalità – miagolii e serpentina fra le nostre gambe – le tue impellenti necessità. Così noi abbiamo imparato a riconoscere le tue perentorie richieste: quando avevi fame, quando volevi giocare, quando volevi riposare nei tuoi spazi privilegiati che hai definito con chiarezza, fin dalla prima settimana. Di giorno dormivi sprofondato nella tua cesta o sul letto dei ragazzi. Ma la sera era inevitabile l’arrivo del tenero miagolio che richiamava l’attenzione: volevi che ti prendessero e ti posassero sul lettone.
In seguito, cresciuto e acquisite forza e motricità adeguate, compivi un bel balzo per salire da solo e condividere spazi e gesti d’affetto che durante il giorno ti erano mancati. Otto mesi sono trascorsi veloci ed è venuto il tempo delle vacanze.
Il problema era a chi affidarti , ma il dubbio è stato subito risolto: saresti venuto con noi al mare! La casa affittata era grande, c’era spazio anche per te! Così hai affrontato il tuo primo viaggio lungo in auto, al sicuro nel trasportino, miagolando in modo sommesso quando le curve rendevano il percorso noioso e fastidioso.
Nella casa al mare
Nella casa del mare per te era tutto nuovo. Hai iniziato una timida perlustrazione fiutando ogni angolo. Era uno spettacolo osservarti in giardino. Stavi in ferma a puntare qualche lucertola oppure saltavi e stendevi le zampe verso l’alto per tentare di catturare qualche farfalla che, irridendoti, si alzava in volo. Poi stanco ti sdraiavi sotto gli spazi ombrosi e freschi della siepe di alloro che circonda il cortiletto.
Vita “da gatto”
In Toscana, a luglio, hai iniziato la tua vera “vita da gatto”. Hai assaporato una parte di libertà che in alloggio ti era vietata. Avevamo il timore che finissi nei pericoli e abbiamo cercato di proteggerti chiudendoti in casa ogni volta che uscivamo. Ma tu ti mostravi scontento e appena ci vedevi accanto al cancelletto pronti per uscire, cercavi una via di fuga per nasconderti. Una sera, rientrando dal mare, ti abbiamo visto sdraiato davanti al cancello, sul marciapiede. Abbiamo pensato ci stessi attendendo, ti abbiamo amorevolmente rimproverato mettendoti in guardia dal pericolo sulla strada: ci hai guardato con occhi pentiti e ne hai ricavato una dolce coccola, per poi seguirci nel patio verso l’uscio, rientrando.
Per tutta la serata sei rimasto con noi, sulla solita sedia, a dormire, dopo aver consumato la tua gustosa cena. Abbiamo pensato che forse ti saresti limitato a quell’azione, rimanendo sul bordo… evitando la strada! Del resto camminavi sempre lungo il muro di cinta delle villette attigue alla nostra e ci era parso che stessi imparando a conoscere i rumori delle auto, schivandole. Errore!
Infatti in un pomeriggio, ti sei spinto oltre. Al di là del muretto, arrivando al giardino dei vicini dove hai sperimentato la prima zuffa con il gattone Romeo che pretendeva di difendere il proprio territorio. Sei tornato a casa un po’ graffiato ed emettendo versi per noi nuovi: l’abbiamo interpretato come il segnale che stavi crescendo, facendo esperienza. Camminavi fiero per aver saputo dire la tua. Almeno in parte perché Marina – la nostra affettuosa vicina – più di una volta, in nostra assenza, è venuta a recuperarti. La recinzione in muratura, raggiungibile all’andata, si era mostrata per te un ostacolo e non riuscivi a scappare, per tornare a casa, mettendoti in salvo.
Un brutto incidente
Poi purtroppo è arrivato il momento più tragico, quello che è stato fatale per la tua incolumità e la tua salute: questa sera, quanta trstezza! Manca la tua presenza, Matisse! Ci interroghiamo angosciati.
La gattina dei vicini, quella dal pelo fulvo ti ha attratto così tanto? Probabilmente si. Sta di fatto che nel tardo pomeriggio hai attraversato la strada. Tu inesperto, l’auto che sopraggiungeva oltre il limite consentito: un terribile incidente! Manco si è fermata!
Ti ha investito colpendoti il viso e parte del fianco sinistro. Ti ha tolto la vista da un occhio, ha modificato il tuo musetto delizioso e ti ha schiacciato la cassa toracica togliendoti il respiro. Da vero guerriero ti sei ancora alzato per scappare a casa, nel tuo nido.
Per fortuna ci sono persone per bene a questo mondo. I vicini di casa che avevano imparato a conoscerti nelle sere precedenti quando, alla ricerca di refrigerio, ti stendevi sulle scale della loro abitazione ti hanno soccorso chiamando l’ambulanza veterinaria e lasciando il loro recapito. Altrimenti saresti morto.
L’amore della tua padrona
Francesca, rientrando dalla spiaggia e non trovandoti in casa, ti ha cercato nel residence, ovunque. Ha scoperto con dolore l’incidente che ti era occorso. Ha preso subito contatto con i veterinari per avere tue notizie. Sei rimasto per tre lunghi giorni in prognosi dopo un delicato intervento all’occhio sinistro e alla mandibola, tutta da ricostruire. Sei ancora degente, affidato alle cure dei giovani medici e della tua padrona che ogni sera viene ad imboccarti. Con molta probabilità resterai un gatto non vedente, avrai necessità di un secondo intervento per ridurre le fratture e dovrai tornare in clinica. Ma forse domani tornerai a casa per qualche giorno. Sarà triste non vedere più il nostro bel micio dalla camminata elegante e dal portamento fiero.
Io, che fra le disabilità mal tollero la cecità per esperienze familiari dolorose, sono molto preoccupata per te e per la tua vita. Sappi però che continuerò a volerti bene, piccolo grande guerriero! Io voglio scrivere ancora, della tua guarigione.
Ti aspetto, Matisse. Torna presto tra noi !>>
Flora Crosara
3 Comments
MONICA BRUNETTINI
Piccolo Matisse!… l’amore per gli animali in generale e per quelli di casa a volte supera l’immaginazione. Comprendo le sensazioni di angoscia e preoccupazione. Richiedono cura ma restituiscono l’affetto con gli interessi. Grazie per questa pagina.
Liviana Scuncia
Grazie Flora per la condivisione, gli animali sono splendidi hanno un modo di comunicare che a volte ci lascia increduli, ognuno il suo, diventano parte della famiglia e curandoli con amore ci contraccambiano insegnandoci a vivere nel presente. A saperli ascoltare ci comunicano più di quanto sembrava possibile.
Avevo un coniglio nano che era libero e girava come i gatti non ha più voluto entrare nella gabbia o in casa. Quando era contrariato (perché ricoprivo i suoi scavi in giardino, o quando sentiva un rumore acuto che lo disturbava) batteva le zampe posteriori a terra provocando un rumore particolare. Quando aveva fame mi girava velocemente intorno .
Giocava con le anatre è stato un compagno per i miei figli come i gatti e tutti gli animaletti che abbiamo avuto la possibilità di conoscere meglio🐇🦆🐈…….♥️
Romina Godino
Grazie della condivisione. Anche gatti, sanno prenderti il cuore e occupare gran parte della tua vita con il loro affetto e il loro amore. Una carezza al piccolo Matisse.