mEditiamo
Come ritrovare la nostra identità più profonda
Rubrica L'ANTRO di PSICHÉ

Come ritrovare la nostra identità più profonda

Come ritrovare la nostra identità più profonda? Quando ci sentiamo con la stima sotto i piedi e pensiamo di essere inferiori rispetto agli altri, pensiamo di non essere capaci, di non valere nulla, proviamo a immaginare che vogliamo riunificarci con il nostro lato oscuro, proprio quello che ci fa sentire così male, che ci procura sensazioni negative….

Immaginiamo di volerci riunire al nostro “lato debole”, riconoscendolo come nostro. La scoperta di ciò che consideriamo difetti, il loro riconoscimento, lasciare che si depositi dentro di noi quando arriva, constatarne la presenza, è un processo di riunificazione, e finché non lo facciamo l’anima continuerà a mandarcelo!

Questo tipo di atteggiamento è sbagliato: vogliamo essere più forti, vogliamo eliminare il senso di inferiorità e così paradossalmente lo alimentiamo rendendolo più forte perché non facciamo l’unica cosa che serve: semplicemente prenderne coscienza, accoglierlo, accorgerci che siamo anche così.

A quel punto, potrà anche andarsene, ma non perché lo abbiamo mandato via: ma perché lo abbiamo riconosciuto come parte di noi. È il lato che noi riteniamo debole l’elemento determinante, e si insinua non perché siamo deboli, ma per farci accogliere quella debolezza che corregge il percorso troppo unilaterale che abbiamo imposto alla nostra vita.

Maura Luperto

2 Comments

  • Flora

    Nel suo inizio il processo di cui tu, Maura, tratti chiaramente nell’articolo può essere spiazzante. Per me lo è stato. Mi è venuto naturale combattere contro quella parte debole e odiosa di me, contrastandola e rifiutandola… Avrei dovuto accogliere proprio quella parte che mi frenava e non mi permetteva di esprimermi al meglio delle mie potenzialità?!? Pareva assurdo. Invece metterla di fronte a me e guardarla così come ho guardato con gioia le mie parti più gradevoli e amate, accoglierla, integrarla nel cuore, conservarla come “un pezzo di me” è stato fondamentale. Il percorso di accoglienza e di consapevolezza sono uno strumento potente e salvifico! Grazie per questa bellissima pagina…per me una conferma! 🌺

  • sergio giacomazzi

    Autostima forse la parola più importante o latente della mia vita.eppure ho imparato,da Louise Hai che io sono unico e meraviglioso,da Gesù,che dobbiamo amare il nostro dolore,la nostra imperfezione,lui non guardava il lebbroso,ma la sua guarigione; nonostante tutto e il tanto lavoro fatto su me stesso,non ho imparato ad amarmi a sufficienza,ad accettarmi con le mie fragilità.nella mia vita ho perdonato i nemici più spietati non ho odio alcuno,ma verso me stesso il sentimento è qualcosa di oscuro.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *