BIKER BRUTTI SPORCHI E CATTIVI
Biker brutti sporchi e cattivi. Una nome dovuta ai vari film americani dove spesso i malviventi hanno moto custom. Ma è davvero così?
La moto
Passione che arriva da un tempo lontano
La passione per le due ruote mi è stata trasmessa da mio papà che, quando avevo 9 anni, mi portò in giro con la sua Africa twin (quanto ne vedo una di quell’epoca mi viene un incredibile nostalgia!)
Ricordo con piacere, i viaggi ad Arma di Taggia a trovare il nonno, in sella a quella grande moto abbracciato al mio papà! Ed era bellissimo.
Il ritorno sulle due ruote
Passano gli anni e dopo la mia insistenza, rimanevo incantata ogni volta che vedevo un custom (avete presente le moto di Easy rider o le Harley Davidson? Ecco quelle!) nel 2003 il mio compagno ha comprato un’honda Shadow 600 tutta nera e cromature come piaceva a me.
Il motoclub
Un anno più tardi, insieme ad un gruppo di amici abbiamo fondato un Motoclub
In seno alla Federazione Motociclistica Italiana i “the ogres” di Rivalta di Torino.
Quando ho ricevuto i colori (vengono definite così le toppe distintive dei motoclub) è stato un momento molto emozionante, ma ne parlerò in dettaglio in un prossimo articolo.
In questo modo, ho scoperto un mondo assai strano e particolare ma fatto di rispetto reciproco e senso di appartenenza molto forte (tra di noi ci si chiama fratelli anche se solo amici).
Motoraduni
Un mondo sconosciuto
Ricordo con piacere, il mio primo motoraduno. Appena arrivata, mi sono sentita un po’ a disagio perché c’era tutta quella gente strana vestita di nero e con sguardi truci.
Da quel momento, però mi si è aperto un mondo che al di fuori, incute piuttosto paura quello dei “biker brutti sporchi e cattivi” fama che purtroppo è alimentata anche dai film perché spesso, se c’è un cattivo in moto, ha il custom.
Con il passare del tempo, ho fatto parte di questo Motoclub per 12 anni, ho scoperto che in realtà non è affatto così.
Dietro quelle barbe lunghe, sguardi duri e abbigliamenti neri si nascondono persone buone dal gran cuore e ho potuto constatare la cosa di persona perché tra le mie migliori amicizie bike c’erano di questi omoni.
Adesso, abbiamo cambiato moto (abbiamo un aquila hyousung), siamo freebiker (cioè senza colori) ma porto nel cuore quello straordinario periodo fatto di feste e ritrovi ma anche di vicinanza sincera nei momenti più difficili e, ancora oggi quando incontro una di quelle moto sulla strada la saluto (perché tra bikers è segno di rispetto) con tanta nostalgia.
Romina Godino
Grazie del tempo che mi avete dedicato. Aspetto i vostri commenti per dialogare sul mondo delle due ruote. A presto.