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La paura del giudizio altrui
Storie di Vita

La paura del giudizio degli altri

Vivere con la paura del giudizio degli altri? No, grazie!

Vivere con la paura del giudizio degli altri è stata una costante nella mia vita giovanile e nella prima adultità. Una situazione opprimente, della quale a dire il vero  – timida e insicura  –  io neppure mi accorgevo. E così assecondavo facilmente il pensiero dell’altro.

L’essere inconsapevole  mi ha fatto rimanere in una sorta di limbo, di “zona di confort”, come al riparo. Una condizione mentale però  che,  invece di portarmi benessere, mi creava un incipiente disagio.  Decisa a liberarmene ci ho lavorato molto per annullare il brutto effetto che essa aveva su di me, sui miei comportamenti, sulla pesante ricaduta che ho dovuto sopportare, troppo a lungo.

Un tirannia potente e imperiosa

È stata una tirannia prepotente, imperiosa, un’odiosa mortificazione. Un aguzzino opprimente perché troppo spesso ha soffocato  le mie verità, ha represso le mie idee e il mio modo di pensare. In alcune situazioni mi ha condizionato a tal punto da farmi dire o fare l’esatto contrario di ciò che avevo in mente.

Com’è possibile che accada tutto questo in una persona capace di intendere e volere? È possibile, eccome se lo è…

Ragazza e giovane donna dubbiosa, a tratti fragile, con un basso grado di autostima sono rimasta molto spesso intimorita da ciò che gli altri potevano pensare di me e delle mie scelte. Reagivo con rabbia, andavo fiera dei miei comportamenti ribelli ma subito dopo il senso di colpa, gli sguardi degli altri, le parole di commento che puntualmente mi arrivavano alle orecchie … mi facevano sentire male. Non valutavo che potesse essere altro dalla disistima: invidia, gelosia, mancanza di rispetto, limite mentale.

Schiacciata dalla paura del giudizo altrui prima di pensare a me, alle mie capacità, ai miei talenti valutavo che gli altri mi percepivano  sbagliata, ridicola, fuori luogo, perfino inadeguata nei contesti più diversi. E alla fine questo era il modo in cui mi percepivo io.

Quando accade di lasciarsi sopraffare dalla paura del giudizio altrui

La paura del giudizio degli altri mi ha sopraffatta. Mi è successo nelle piccole cose (la scelta di un abito, di un luogo di vacanza o di divertimento, di una certa compagnia per un film…) e nelle grandi cose (ad esempio esprimere il mio pensiero anche quando era in disaccordo con l’altro, mantenere ferme le mie azioni e i miei comportamenti nella scelta, optare per la facoltà universitaria per cui mi sentivo idonea, cambiare il lavoro o la sede lavorativa, iscrivermi ai corsi di formazione che sentivo più vicini a me…e anche altro che ora tralascio, l’elenco sarebbe lungo).

Che cosa accade frenando le proprie decisioni

Oggi do poco peso alle scelte che ho fatto, quelle sono andate, relegate nel passato. Do invece molto peso al perché e alle conseguenze. Ora so che frenando le mie decisioni e anteponendo il pensiero “Se dico così, se faccio così… che cosa penseranno di me?” … ebbene, io  ho lasciato nelle mani dell’altro un bene prezioso: il mio potere personale.

Noi soltanto siamo responsabili delle nostre azioni

Affrontando le mie debolezze ho compreso che io sola ero responsabile delle mie azioni, libera da qualsiasi reazione altrui, svincolata da ciò che gli altri avrebbero potuto pensare. So che laddove ho ascoltato il mio cuore non ho sbagliato e sono arrivata all’obiettivo che mi ero posta.

Ho smesso di sentirmi responsabile del dire, percepire, agire altrui in merito ai fatti che riguardavano me e solo me.

E di più ancora… in quella condizione di assoluto affrancamento potevo scegliere di essere ciò che volevo, senza curarmi dell’idea che gli altri si sarebbero creati su di me. Avrei potuto continuare a contare sull’ amore dell’altro, se era un  sentiemento sincero! Un buon sistema per scoprire l’autenticità, che ne dite?

Questa idea –  scoperta dopo un percorso importante ed efficace  sull’autostima – si è rivelata liberatoria e mi ha alleggerito di un grande peso. Il tutor che mi ha seguito nel lavoro su di me per guidarmi a radicare l’idea che non siamo ciò che decidono gli altri mi consigliò di trascrivere e riflettere su questi due semplici,  sintetici punti:

 1. Tu resti tu, comunque. 

Il Coach mi ricordò, con un pensiero che ho fatto mio,  quello che mi serviva chiarire:  nulla importa che cosa può pensare o dire l’altro poiché quando noi ci adeguiamo ad esso forziamo inevitabilmente la nostra natura, remando contro noi stessi i nostri desideri, i nostri sogni: beni preziosi, da coltivare e mantenere nella loro pura essenza.

Le critiche superflue, per nulla costruttive ci possono arrivare, magari accompagnate da giudizi negativi, offensivi… Accade sempre.

Probabilmente esse giungono da persone che, a loro volta, potrebbero aver subito gravi critiche e giudizi pesanti. Si tratta  del vissuto di altri, cosa che difficilmente possiamo conoscere. Nel dubbio meglio lasciar scorrere via.

2. È un nostro potere scegliere di non sentirci offesi e lasciare fluire la necessità di approvazione delle nostre scelte

Il modo per praticare questa scelta è accogliere la meravigliosa idea di amare noi stessi e di riconoscere, rispettare il nostro potere personale.

Un grande potere, quello che ci fa dire con forza

Io sono quello che decido io, non sono quello che decidono gli altri.

Per me è stato illuminante e mi ha portato un grande cambiamento. Per questo amo condividerlo.

Flora Crosara

3 Comments

  • Ferruccio

    Cara Flora che grandi verità sei riuscita a trasferire e quale sincronicita’ mj ha portato tra i tanti a sciegliere il tuo scritto,questo scritto. Anche io sono stato “vittima” inconsapevole di tale comportamento di tale modo d’essere. Da tempo ho cercato di comprendere da dove fosse nato e si fosse sviluppato,spesso cercando “fuori di me”. Allora diedi la colpa ai miei genitori che negli anni del dopo guerra ,sono del ’50 desideravano per me il meglio e per loro il riscatto dalla fame e povertà. Quindi prima a scuola,poi al lavoro, era opportuno che mi adeguassi alle idee di coloro che erano più un alto nella catena di comando. Compresi che il mio comportamento minava la mia autostima. Ora dall’alto della mia età che dovrebbe essere indice di una qualche saggezza, comprendo quanto buona parte della mia vita sia stata una vita vissuta da altri e da un po’ di tempo a questa parte,ho deciso che negli ultimi anni che mi rimarranno da vivere voglio vivere la mia vita. Grazie Flora per questa condivisione così perfetta e reale per me. Ti auguro una BUONA VITA ogni giorno. Amtaal Ferruccio

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