mEditiamo
Il potere dell'intelligenza emotiva
Storie di Vita

Il potere dell’intelligenza emotiva: la storia di Jessica

L’intelligenza emotiva

Il potere dell’intelligenza emotiva è stato oggetto di studio da parte di molti psicologi. L’ intelligenza emotiva ha una grande importanza nella nostra vita, ne fa parte.

Per Intelligenza Emotiva si intende la capacità di creare un’armonia fra “mente e cuore”, di fare cioè un uso intelligente dell’emozione.

Ad introdurre il concetto di intelligenza emotiva furono gli studiosi  Peter Salovey e John D. Mayer, che nel 1990 ne parlarono per la prima volta in un articolo titolato proprio “Intelligenza emotiva”, sulla rivista Imagination, Cognition and Personality.

Successivamente, nel 1995, lo statunitense Daniel Goleman – giornalista scientifico e psicologo – riprese gli studi e pubblicò il libro “Intelligenza emotiva: che cos’è e perché può renderci felici “, divulgando la conoscenza di questo tema, in ambito sia psicologico, sia sociale, sia  lavorativo.

Così fece comprendere il potere che l’intelligenza emotiva ha.

 Gli studi di Goleman

Goleman, con il suo lavoro, ha focalizzato per la prima volta l’importanza delle componenti emotive in ricaduta nelle funzioni più razionali del pensiero.

Goleman si è chiesto:  perché persone assunte, valutate nelle capacità e competenze mediante i classici test d’intelligenza, si rivelano poi inadatte al loro lavoro? Perché un quoziente intellettivo  pur molto alto è incapace di proteggere da grandi fallimenti, anche nella vita sentimentale?

La risposta è che settori così decisivi della vita escludono l’intelligenza astratta, quella richiesta  dai soliti test. Essi sono invece governati da una complessa miscellanea in cui dominano fattori come l’autocontrollo, la perseveranza, l’empatia e l’attenzione agli altri. In una parola, l’ intelligenza emotiva.

Una capacità che  ognuno di noi possiede, che può essere sviluppata, perfezionata e trasmessa per migliorare il proprio rapporto con sé, con gli altri e con le realtà in cui siamo immersi ogni giorno.  Goleman nelle sue opere ci mostra la via per raggiungere e conquistare il massimo da noi stessi.

Le storie di vita sono intrise di esperienze nelle quali l’intelligenza emotiva gioca un ruolo importante. E io amo le storie di vita.

Credo abbiano un loro fascino e siano un insegnamento, se ne sappiamo cogliere la parte centrale, il cuore.

In questi giorni ho letto una storia interessante sul potere dell’intelligenza emotiva e mi piace proporla all’attenzione dei lettori, perché mi pare che qualcosa da mostrare e su cui riflettere al suo interno davvero lo contenga. Il cuore, appunto.

La storia di Jessica

È la storia di Jessica Préalpato. Jessica nasce nel 1986  a Mont-de-Marsan, nel sud ovest della Francia, da una famiglia di pasticcieri di lontanissime origini e, ancora bambina,  a chi le chiede che cosa vuole fare da grande  risponde che il suo sogno è diventare psicologa.

Infatti inizia gli studi  universitari in quel settore ma presto si accorge che la sua aspirazione è tutt’altra: lei vuole usare le mani, tenerle in movimento.

Le piace tuffarsi nel mondo dei sapori, degli ingredienti e degli aromi alimentari. Insomma Jessica è fermamente decisa a diventare una pasticcera.

Comincia a studiare, fa una lunga gavetta e un giorno il suo curriculum arriva nell’ufficio di Alain Ducasse  ritenuto, nel settore, lo chef più famoso del mondo.

Monsieur Ducasse ne rimane colpito, la convoca: vuole metterla alla prova. Le chiede di inventare un dolce.

La professionalità di Jessica

Jessica sceglie di utilizzare prodotti della natura, un po’ particolari, tra i frutti: le nespole, la rosa canina, il physalis o alchechengi peruviano dal sapore caratteristico, distintivo…

Però l’ingrediente principale della sua creazione è il caco , un frutto poco considerato in pasticceria, soprattutto ad alti livelli perché ritenuto “povero”.

Affontare ciò che ostacola per superarlo

Jessica crede nella miscellanea di quei sapori e presenta allo chef Ducasse la sua creazione, proprio a base di cachi.

Lui la guarda e esplode : “È uno schifo, non la assaggerò la tua creazione”.

Jessica non demorde, capisce probabilmente che lo chef è spiazzato e gli chiede un’altra possibilità, lo invita con gentilezza e fermezza ad assaggiare quel dolce perché i cachi sono il simbolo della sua terra di origine e lei con essi, in onore alla sua Terra, intende celebrare proprio con la sua creazione.

Ducasse allora assaggia e grida al capolavoro.

La crescita professionale di Jessica

Qualche tempo dopo Jessica è parte del gruppo di Ducasse, scrive e pubblica un libro venduto in molti Paesi che nella copertina – sarà un caso –  riproduce i cachi.

Nel 2019 è nominata –  prima donna nella storia – miglior pasticciere, anzi migliore pasticciera del mondo.

Riflessioni

Terminata la mialettura, di fronte a tanta determinazione, a tanto successo mi sono posta alcune domande, inevitabili…

Che cosa ha portato Jessica a ottenere risultati così eccellenti?

Di sicuro la sua bravura, ma anche la sensibilità e l’intelligenza  di intuire le emozioni di chi la stava mettendo alla prova. Un bel gioco che ha condotto gestendo la potenza dell’intelligenza emotiva!

Jessica aveva chiaro l’obiettivo…  voleva riuscire, dunque ha fatto emergere la sua fermezza e il suo ardimento e se li è giocati per sfidare la perplessità di Ducasse e vincere il suo rifiuto, forse frutto di un pregiudizio che  lo induceva a considerare erroneamente la scarsa “nobiltà” dell’ingrediente base.

Che cosa ha ottenuto Jessica? Qual è stato il risultato che ha raggiunto?

Jessica ha ottenuto ciò che voleva e ha vinto il suo personale “duello” con un personaggio di prestigio del suo settore. Ha fatto capo alla personale forza spirituale  che l’ha aiutata a comprendere il suo scopo di vita: diventare una grande pasticcera.

Intuendo che cosa stava provando Ducasse in quel momento ha potuto scegliere un comportamento professionale ma soprattutto  efficace, valorizzando un aspetto morale ed emozionale.

Ha spiegato la scelta degli ingredienti definiti “poveri” con una motivazione forte: sono prodotti legati alla sua terra di origine, ne sono il simbolo.

Un buon uso dell’intelligenza emotiva

In altre parole, l’ intelligenza delle emozioni le ha permesso di avere più padronanza di ciò che stava provando e di controllare il suo stato emotivo.

Questo le ha dato il potere di capire come comportarsi, evitando di essere sopraffatta dalla paura:  di sbagliare, di essere rifiutata, di mostrarsi insicura, di essere giudicata, dell’ ansia di fronte al rischio di rimediare una  figura meschina. Jessica ha vinto tutto questo.

E così le emozioni piuttosto che un ostacolo sono diventate un sostegno,  un veicolo per raggiungere i suoi obiettivi!

Flora Crosara

 

2 Comments

  • Monica Monica

    Grazie mille per la bella storia, interessante il dolce ai cachi, ma ancora di più… è bello che si perseguano i propri obiettivi con fermezza e intenzione. Se so dove voglio andare posso dare una direzione alle mie azioni e essere così coerente e felice, anche nel caso in cui non tutto sia raggiunto…ho comunque vissuto nel flusso.

  • Liviana Scuncia

    Grazie Flora molto interessante
    L’intelligenza Emotiva è avere vera possibilità di scelta nelle varie situazioni.
    Autoconsapevolezza (consapevolezza delle proprie emozioni), capacità di gestirle e la capacità di rimanere motivati nonostante le difficoltà. ✨☀️♥️🙏

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *