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Rubrica CURIOSITÀ dal MONDO

Il cibo più diffuso

Il cibo più diffuso nel mondo?

Tra i cibi più diffusi abbiamo tuberi e cereali. Il cibo più consumato al mondo appartiene alla categoria dei cereali: il riso. Esso è parte dell’alimentazione quotidiana ovunque nel globo terrestre, in tutte le sue varietà.

In Italia

La coltivazione di riso in Italia si trova principalmente nelle regioni Piemonte e Lombardia. Questa zona prende il nome di “triangolo d’oro del riso”, e contempla tre province: Vercelli, Novara e Pavia.

Le origini della risicoltura nella penisola sono tre: la prima la riconduce agli Arabi nell’Anno Mille in Sicilia; la seconda la fa risalire agli Aragonesi a fine Trecento a Napoli; e la terza la attribuisce ai mercanti veneziani d’Oriente.

Nel mondo

Il riso viene coltivato in tutti i paesi del mondo in quanto è alla base della cucina dell’Asia, inoltre è presente nelle tradizioni gastronomiche di tutto il mondo. Reperti fossili risalenti a 15000 anni fa hanno dimostrato che il riso selvatico era una fonte di alimentazione nelle zone delle odierne Thailandia, Vietnam, Corea, Cina.

Ulteriori studi di archeologia ci hanno dimostrato che tra il quarto e il terzo millennio a.C. la coltivazione del riso si diffuse rapidamente verso il Sud-est asiatico e verso occidente, arrivando fino alla valle dell’Indo.

Gli antichi Romani non lo utilizzavano nell’alimentazione ma lo conoscevano come medicamento in forma di decotto per i pazienti più ricchi.

Il “chicco” prezioso del cibo più diffuso

Il riso cresce nell’acqua e le mondine, a mano, fanno l’azione della pulitura. Il frutto della pianta viene raccolto attraverso l’operazione di mietitura, è detto risoneriso grezzo o riso vestito. Viene pulito tramite operazioni che servono a liberarlo dalle parti esterne, le glume e le glumelle o glumette, che andranno a costituire la lolla (o pula).

Per rendere il riso commestibile, poiché inizialmente molto duro, sono necessarie varie lavorazioni, da svolgere nell’industria risiera.

I vari passaggi di lavorazione

risone
  1. L’essiccazione a temperature intorno a 35-40 °C, lo rende più idoneo alle fasi successive e facilmente conservabile, provoca la riduzione del contenuto di acqua dal 24% al 14%,
  2. Lo stoccaggio, durante il quale il riso viene fatto “riposare” per migliorarne le caratteristiche. La tradizione dell’antica Cina consiste nella conservazione del risone, o riso grezzo, in appositi silos a temperatura controllata per un periodo variabile di minimo un anno.
  3. La pulitura, per separare il riso da impurità, fili d’erba, terriccio e sassi.

    Apparecchiatura per la sbramatura del riso detta sbramino
  4. La sbramatura o scorzatura,  che viene effettuata facendo passare il riso nel cosiddetto “sbramino”, ovvero un’apparecchiatura costituita da due dischi a smeriglio.
  5. La sbiancatura o raffinatura o pilatura, che prevede uno o più passaggi nella sbiancatrice, in cui due coni (uno dentro l’altro) ricoperti da una superficie smerigliata tolgono i residui, mentre altre parti eliminate sono utilizzate per produrre “farinaccio”, dal quale si ottengono mangimi per animali.
  6. La lucidatura, compiuta in macchinari simili alle sbiancatrici ma con coni rivestiti da strisce di cuoio. Esso viene infine selezionato e confezionato.

È poi possibile effettuare altri procedimenti prima che il riso arrivi al nostro piatto:

7.La brillatura, che prevede un trattamento con talco glucosio, che fornisce il riso brillato, bianco e traslucido.

8.L’oliatura, in cui si ricopre il riso raffinato con un sottile strato di olio di lino o vaselina;

In seguito a queste lavorazioni, prima di cucinare, è consigliabile risciacquare i granelli con acqua e tenerli a mollo per diminuire i tempi di cottura. Amo maggiormente il riso integrale o semi-integrale, lo trovo più digeribile.

Finalmente si può procedere a mangiare il riso cucinato a vapore o con bollitura, i chicchi di riso assorbono l’acqua, aumentando di volume.

A cottura ultimata, gettiamo l’acqua residua oppure lasciamola assorbire al riso (cottura all’orientale).

Il riso fa bene, anche nel suo secondo significato: azione del ridere.

Scherzi a parte, sapevate che era il cibo più diffuso? Se lo apprezzate nel vostro quotidiano fatemelo sapere nei commenti.

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