Ghigo e gli edifici che la rappresentano II
Ghigo e gli edifici che la rappresentano II. Ecco la seconda parte del precedente articolo, dove vi racconterò altri luoghi d’interesse.
Ghigo e gli edifici che la rappresentano II
Centro ecumenico Agape
Un luogo nato dall’intento del pastore (come vengono chiamati i preti nelle religioni protestanti) Tulio Vinay di “scolpire tra le rocce il volto di Cristo”
Posso affermare per esperienza vissuta che la vita comunitaria che si esperimenta all’Agape, è davvero qualcosa che da un senso di fratellanza davvero forte e che mi ha sempre trasmesso un vero senso di serenità e di ricerca spirituale.
Oggi, si basa sul lavoro di volontari (cardine fondamentale, come vederemo fin dagli inizi) che tengono in vita questa realtà abbarbicata sul fianco della montagna.
La vita che si trascorre li, oltre alle attività specifiche per cui si soggiorna li, è come vivere in una casa che va rispetta e al cui mantenimento bisogna contribuire.
Nata dall’idea che il pastore Tulio Vinay ebbe nel 1946 ovvero di creare un luogo che rappresentasse il concetto di “Agape Cristiana”: l’amore smisurato di Dio per gli essere umani.
Il progetto, è dell’architetto Leonardo Ricci, che utilizza lo stile “organico” che unisce a tratti estremamente moderni e ai mattoni, materiali locali quali legno e pietre per la realizzazione degli edifici. Volontari da tutto il mondo, con religioni e ideali politici differenti, hanno costruito il primo nucleo del centro, costituito da 3 case dormitorio, e le cucine con il salone dove si svolgevano i pasti e attività comunitarie.
Il tutto, era unito da una scalinata coperta esterna.
Eppure, nonostante le tensioni che potevano ancora esserci dovuti agli strascichi delle tensioni delle seconda guerra mondiale, finita qualche anno prima dell’inaugurazione nel 1951, riuscirono a lavorare in perfetta armonia.
Ancora oggi, quest’aspetto internazionale, intereligioso e comunitario è una delle sue caratteristiche peculiari.
Chiesa cattolica
In posizione un po’ più decentrata, sorge la chiesa cattolica dedicata a N. S. di Fatima-Materdei costruita nel secondo dopoguerra.
Decisamente insolita d’aspetto sia esterno, caratterizzato da tratti moderni ed in netto contrasto con l’ambiente circostante, che interno.
Il progetto è del geometra Egidio Rol in collaborazione con l’ingegner Piero Contini.
All’interno ha l’inusuale forma, per l’epoca, di anfiteatro che ritroviamo solo oggi nella chiesa di Renzo Piana a S. Giovanni Rotondo.
Possiamo vedere inoltre un’immensa scultura a parete, di Alessandro Nastasio, che raffigurano il ciclo del pane e dell’acqua.
E’ Formata da diversi pannelli lignei, lavorati con tratti scarni ed essenziali, come se si dovesse realizzare una matrice da xilografia.
Viene considerata come opera artistica di alto livello artistico locale.
E voi siete mai stati a Prali?! Cosa ne pensate di questi monumenti? Scrivetelo nei commenti.
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