mEditiamo
Storie di Vita

Il Bottaio, un mestiere che ha una storia

Il Bottaio, un mestiere che ha una storia e appartiene alla storia

Ecco un libro che tratta del mestiere del bottaio.

La presentazione del libro RE DEI LAVORATORI E RE DEI VAGABONDI – I bottai di Canelli e dell’Astigiano (1890-1945), di Giuliano Giovine (Impressioni Grafiche) è avvenuta venerdì 15 settembre, ore 21, presso la sala Aliberti della Biblioteca G. Monticone, via G.B. Giuliani 29, Canelli.

La presentazione, riporto testualmente “è stata inserita nel programma di CANELLI CITTÀ DEL VINO – 23 e 24 SETTEMBRE 2023, è organizzata da Memoria Viva Canelli in collaborazione con la Biblioteca Monticone Canelli e le associazioni Valle Belbo Pulita, Unitre Nizza-Canelli e Club per l’Unesco di Canelli e ha il patrocinio del Comune di Canelli, della Provincia di Asti e dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.”

La storia dei bottai

L’autore del libro Giuliano Giovine ricostruisce la storia dei “bottai” ovvero gli artigiani che costruivano le botti per contenere il vino.

Il vino nelle botti

Nella nostra zona tale prodotto veniva già esportato in modo massiccio da Canelli verso tutto il mondo negli anni tra il 1900 e il 1950. Questo accadeva anche grazie agli Italiani che erano emigrati nelle “Americhe”,  i quali richiedevano di poter bere il vino della loro terra.

All’epoca la maggior parte del vino qui prodotto era destinato a “viaggiare” all’interno delle botti sapientemente costruite. Questi artigiani erano all’epoca, una casta vera e propria. Lavoravano in proprio e decidevano di dedicarsi a questa attività seguendo orari in autonomia. Accadeva, come viene raccontato nel libro, che facessero festa per più giorni e che intensificassero il lavoro per fare le consegne per tre giorni la settimana, facendo orari durissimi. Si trattava di persone che avevano appreso un mestiere prezioso e ben pagato. A volte era stato loro insegnato da altri bottai della zona, in altri casi erano andati a imparare in Algeria le arti del legno.

Il loro comportamento era motivo di discussione. Nei giorni di pausa infatti si dedicavano a divertimento e bevute, per poi lavorare in modo intenso.

Le aziende vinicole canellesi ad un certo punto si scontrarono con i bottai perché iniziavano a entrare in produzione macchinari più economici per tale imballaggio, che li avrebbero alla fine sostituiti e questa categoria teneva prezzi alti, in quanto conosceva il valore e la necessità di questo tipo di produzione. Vi furono scioperi e manifestazioni, schieramenti politici da parte del gruppo bottai che erano per lo più anarchici o socialisti, contro il potere degli industriali, un po’ come a Torino accadde per gli operai metalmeccanici.

Nel libro si narra uno spaccato della società tra scioperi e possibilità economiche, origine contadina, povertà e guerra.

Come si svolsero i fatti economici e politici delle zone in cui abito, grazie alle testimonianze sapientemente raccolte.

Ringrazio di aver avuto modo di esplorare una realtà ormai sommersa dal tempo relativamente a un mestiere che non esiste più, anche perché l’uso della botte è sostituito con le bottiglie in vetro.

Monica Brunettini

2 Comments

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *