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SENSO DI UMANITA'
Scuola e Formazione

A proposito di … “Senso di umanità”

A PROPOSITO DI… SENSO DI UMANITA’

SENSO DI UMANITA’. Oggi voglio portare la riflessione su questo valore che la vita frenetica, l’egoismo, l’individualismo hanno un poco spento. Per farlo utilizzerò il racconto di un amico che mi ha riferito una storia triste, una storia che a mio avviso, ha dell’ incredibile. Eppure pare proprio sia accaduta.

«In una piccola cittadina italiana, di cui non m’ importa ricordare il nome, accade che un bambino di otto anni che chiameremo convenzionalmente Lucio, affetto da sindrome autistica, giochi con le bolle di sapone sul suo terrazzo. Lui è inesperto, non conosce bene quel gioco. Poco coordinato, non riesce a dosare il gesto. Rimane a bocca aperta perdendosi nella magia delle bolle che escono, come d’incanto, al soffio della sua bocca mentre tiene a mezz’aria il bastoncino inzuppato di acqua e sapone.

Il liquido cola e cade sul balcone del piano sottostante. Poche gocce, di certo viscide. Quanto basta perché la signora – proprietaria dell’alloggio sottostante – inizi la sua vigorosa protesta espressa in modo deciso e aggressivo. Cadendo, l’acqua delle bolle e le bolle stesse le sporcano il balcone.

« Che se lo tengano in casa questo handicappato che rompe le scatole alla gente! » inveisce urlando.

La madre di Lucio invita il figlioletto a rientrare e a smettere il suo gioco “perché disturba i vicini”. Lucio non reagisce ribellandosi, come fa di solito di fronte ai divieti, ma si chiude a riccio in un angolo e piange, in silenzio, mortificato.

Nei giorni seguenti la signora non contenta si rivolge ad un avvocato per far scrivere una lettera all’amministratore, così che il responsabile della gestione del condominio “metta al loro posto quegli inquilini invadenti, ricordando loro i regolamenti”. Il legale interviene,  la induce alla tolleranza, le suggerisce di venire a miti consigli con la mamma del bimbo, di cercare il dialogo. Lui conosce la madre di Lucio, sa che è persona educata e rispettosa. Conosce bene anche la situazione, sa che non è semplice.

Fa presente alla coinquilina stizzita che a volte bastano un poco di tolleranza e comprensione verso chi è in disagio.  Si tratta di un di SENSO DI UMANITA’. Ma lei, niente… continua la sua battaglia, strepita e chiama i vigili perché facciano la multa a quella famiglia di maleducati invadenti. Gli agenti fanno il loro dovere con un richiamo orale alle regole del condominio; sono colpiti dalla gentilezza e dall’ evidente difficoltà di quella madre e di Lucio che si è rifugiato dietro di lei, impaurito, come fosse reo di chissà quale colpa.

Fanno presente alla coinquilina che si potrebbe usare un poco di tolleranza … e uno straccio per ripulire il piccolo danno, senza rischiare un’eventuale multa per interruzione di pubblico servizio.»

Rifletto: quel bambino né urinava, né defecava sul balcone. Non faceva rumore. Giocava e rimaneva incantato a veder cadere le bolle luminose, colorate, bellissime che uscivano dal suo soffio, nell’anello dell’attrezzino magico, intinto nell’acqua e sapone. Si, d’accordo forse le sue bolle sporcavano il balcone sottostante di qualche macchia di acqua saponata, ma con un cencio umido tutto si sarebbe risolto. E un poco di SENSO DI UMANITA’ avrebbe evitato di ferire una madre e sul figlio.

Invece la gioia di Lucio, sottraendogli il gioco, è stata spenta. Un vero peccato per lui, per la sua crescita e il suo recupero. Per quella leggerezza di un momento, per un sogno ad occhi aperti.

Di quel bimbo con autismo? Importa a qualcuno?

                     Ci viene indicata la luna ma noi, in modo ostinato, guardiamo il dito.                     

Allora io grido: Viva la gioia di Lucio, viva le sue bolle che volano leggere nell’aria e gli stimolano la fantasia, trasportandolo in un sogno oltre la complessa realtà che vive ogni giorno!

 

Flora Crosara

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