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Osserva le tue sensazioni senza volerle cambiare
Rubrica L'ANTRO di PSICHÉ

Osserva le tue sensazioni senza volerle cambiare

Osserva le tue sensazioni. Quando arriva quella sensazione che ti fa sentire fragile limitati ad osservarla senza intervenire.

In questo modo puoi renderti conto che quella sensazione ha una strana qualità, una strana forza: è ostinata, non si fa controllare, non si fa mettere a tacere.

Qualcosa dentro di te che ti è sconosciuta, è depositaria di una forza che il tuo io e i tuoi progetti non riescono nemmeno a scalfire. Che cosa può volere questa forza?

Osserva attentamente: quando arriva la sensazione di inferiorità ti senti costretto, ti piaccia o meno, a ridiscutere tutta la tua vita e il tuo mondo. Allora prova, al posto di combattere, a pensare che quella scintilla divina dentro di te vuole proprio questo, vuole farti sentire debole perché si è stancata della piega che ha preso la tua vita, del tuo modo di agire.

Vuole farti soffrire? Assolutamente no! È solo il tuo modello di perfezione a procurarti differenza. La scintilla divina dentro di te vuole distruggere proprio quel modello riportando a galla una fragilità preziosa. Se la accogli come una qualità, puoi scoprire che improvvisamente è sparita quella persona che lotta contro il senso di inferiorità, e c’è invece un’altra persona che si fa accompagnare dal suo senso di inferiorità.

Accogli la tua fragilità come un compagno di viaggio perché sta svolgendo un lavoro che solo il tuo io non riesce a vedere, perché l’io vive nel tempo e non comprende i messaggi dell’anima. In realtà il senso di inferiorità ti sta curando. Infatti alla tua anima che cosa interessa più di ogni altra cosa? Che tu realizzi non l’idea che ti sei fatto di te, ma ciò che davvero ti caratterizza.

La tua idea di te è il più grande ostacolo alla tua realizzazione e la fragilità arriva per distruggerla. Cosa vuoi che interessi alla tua essenza se sei superiore o inferiore? A chi importa? Il melograno è forse inferiore al limone? Il cane al gatto? La margherita alla rosa?

Maura Luperto

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