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La solitudine della città personale
Storie di Vita

La solitudine

La solitudine…

 

“Da questa città che nessuno di voi conosce, mando notizie, ma non bastano mai..”

Nel racconto di Dino Buzzati,  “La città personale” leggo che il protagonista ha paura. Vi è un momento di grande introspezione.

La paura della solitudine in una città, trovarsi soli con sé stessi e di doversi rivolgere al proprio interno. Spesso accade quando si decide di lavorare sul proprio inconscio di sentirsi smarriti e di desiderare la mano di qualcuno.

Perché la solitudine

Anche il nostro animale di casa ci insegna qualcosa. A quel punto sapere che ciascuno è inter-connesso può venire in aiuto, da soli è complesso crescere di consapevolezza.

Il monaco che si isola dal resto del mondo omette il confronto, per esempio.

Per questo circondarci di persone che vogliono migliorare è così importante.

Questo per me è il vero senso della comunità, molte persone connesse le une con le altre. Rischiamo, anche se ci circondiamo di molta gente, di trovarci soli con i nostri pensieri nella nostra città personale. Il dialogo interno che ne deriva (domande e risposte, credenze, convinzioni) ci porta a distrarci dal vero obiettivo che può essere conoscere noi stessi a fondo, come ci comportiamo nelle relazioni. Quali sono i nostri piccoli traumi irrisolti? Sono informazioni che emergono col rapporto con gli altri e molto meno nello stare soli.

La paura della solitudine in una città che siamo noi

Vi lascio uno stralcio del racconto…

“…Dio, come sono solo.
I passi riecheggiano misteriosi da una casa all’altra dicendo: Che fai? Che vuoi? Non ti accorgi come tutto è inutile? Sono partiti.
I bagliori dei fari si sono dissolti nella notte in direzione del deserto.
Non c’è più nessuno? Ahimè, le uniche parvenze umane che si aggirino, l’avete constatato spero, non sono che fantasmi e laggiù, nei meandri dei quartieri bassi, montagne di orribili tenebre si accumulano.
Un orologio chissà da quale torre batte le ore ventitré.
No.
Per grazia di Dio, non completamente solo.
C’è una creatura che mi cerca.
In carne ed ossa.
Dal fondo del corso 18 Maggio, sotto i raggi verdastri dei lampioni, troc troc, ecco, si, avanza.
Un cane.
Ha il pelo lungo, è nero.
Ha un aspetto mite e pensieroso.
Assomiglia stranamente a Spartaco, il barbone che avevo una quindicina d’anni fa…”

Dino Buzzati, tratto da “La città personale” , autore noto per il romanzo “Il deserto dei Tartari

A voi capita di sentire la solitudine anche tra la folla? Sentite talvolta il bisogno di appartenere a una comunità connessa attraverso il cuore?

Monica Brunettini

 

5 Comments

  • Mimma

    Monica, per fortuna essere parte di una comunità con le stesse vibrazioni fa sì che anche nei momenti in cui si è tra persone “lontane” ci si sente vicini. Grazie ❤️

    • MONICA BRUNETTINI

      MONICA BRUNETTINI

      Certo, gruppi o persone che sono stati in connessione, restano interconnessi anche a distanza, lo dice la quantistica e lo confermano i fatti, quando siamo stati separati per forza maggiore eravamo ugualmente vicini…grazie Mimma

  • Flora Crosara

    La solitudine. Una condizione da alcuni amata, da altri rifuggita. La solitudine può essere compagnia, riflessione, scoperta di sè ma deve essere una scelta fatta con animo sereno. Se genera paura rischia di diventare ansiogena e tossica. L’uomo è un “animale sociale” ed è cosa buona che appartenga ad un gruppo sociale, che viva in comunità…ma deve star bene con se stesso per star bene con i suoi simili. Tuttavia, credo fermamente, che la solitudine liberamente scelta possa regalare momenti bellissimi di ricerca interiore.

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