mEditiamo
E' arrivato l'autunno
Ambiente

È arrivato l’autunno

È arrivato l’autunno.

È arrivato l’autunno.  MALINCONICO, QUIETO, SOGNATORE.

Si avverte già dal mattino presto, guardando le brume avvolgere la campagna e coprire l’orizzonte. Il tramonto anticipato, il cielo tinto di rosso, il buio presto.

Il quadro della Natura è tramutato, sotto la mano di un irriverente giocatore che ci  cambia le carte in tavola. Solo ieri – fuori – era tutto verde, fiorito, caldo. Oggi tutto è cambiato.

Soltanto in pochi giorni? Non ne tengo  il conto, il tempo corre così veloce…

Lo si percepisce  tutt’intorno che è arrivata la nuova stagione. L’aria si è trasformata: è fresca e umida.

Il cielo immenso ora è  spesso di un grigio cangiante.

Appare in tutte le sue sfumature: ora ghiaccio, ora perla, in alcuni punti  acciaio, poi scuro, quasi fumo.

Un grigio che ha preso il posto dell’azzurro splendente, primaverile ed estivo e che ora  inonda  i luoghi con il suo annuncio.

Si odono gli stormi di volatili : con il loro vociare insistente, spostandosi  tra gli alberi in giri pindarici, si richiamano e si  radunano, pronti alla migrazione; punteggiano il cielo come piccole macchie su una tela, come piccoli segni di un ricamo in contrasto a costruire qualcosa che pare un miracolo.

I bordi delle strade, i viali del parco e dei giardini sono coperti da uno spesso strato di foglie colorate e cangianti: il rosso dell’acero, il giallo del tiglio, il color bruno ruggine del castagno… contrasti dirompenti  per gli occhi che carpiscono.

Quasi gelosi   ammirano la chioma di certi  arbusti e  piante ancora verdi. Solo loro, i sempreverdi paiono ribellarsi a questo cambio, come se volessero mantenersi nel loro abito di sempre, costanti.  Pare che l’arrivo della nuova stagione li abbia salvaguardati ma,  a ben guardare,  anch’essi  hanno perso lo splendore ostentato nella stagione estiva appena terminata. Il cambiamento non risparmia nessuno.

I frutti dell’ippocastano sono a terra: il gigante ha lasciato cadere tra le foglie e  i ricci aditi e  semiaperti, cosicché le castagne marroni e lucide occhieggino birichine dal loro guscio, come cassetti pieni di sogni, pronte a lasciarsi afferrare dai bimbi che ne fanno incetta, per i loro ultimi giochi liberi all’aria aperta.

Sui marciapiedi si cammina in modo instabile, calpestando la coltre scivolosa di fronde talune macere per la pioggia, altre quasi rinsecchite per il lungo giacere senza nutrimento.

È arrivato l’autunno e sugli alberi, dai armi quasi brulli, le foglie rimaste pendono e  fremono tremule, come piccole bandiere al vento: attendono anche loro di cadere salutando i rami che le hanno nutrite e tenute legate a sé,  per molti mesi. La loro vita è quasi finita, devono lasciare posto ad altre nuove vite che – tra qualche mese – appariranno tenere e turgide per iniziare un nuovo, ineluttabile ciclo.

In questo mese che ci transita verso l’inverno ora piove, piove per intere settimane, senza tregua.

La pioggia fa da padrona cadendo a scroscio, formando pozzanghere, turbolenti rivoli,  ingrossando i fiumi. Sotto uno squarcio di sole, agli angoli delle strade i venditori di caldarroste si adoperano per servire i clienti con il loro cartoccio fumante e attizzano la stufa cilindrica per cuocere altri frutti.

È il primo assaggio di stagione e il richiamo è forte: i marroni semiaperti, dorati, con la loro piccola crosta croccante e la polpa dolce sono un richiamo per il palato dei buongustai, adulti e bambini.

Una stagione dai molti volti che evoca la fine della vita, celebra il trapasso, l’addio, il ricordo di chi è volato via.

Sogna, nell’attesa di ciò che verrà, dono di Madre Natura di cui esso stesso è figlio.

Celebra la memoria e con essa porta tristezza e mestizia,  mescolandosi però alle più belle armonie del cuore: il sogno e la forza, quella  urlata dai  molti colori sparsi qua e là,  necessari perché sono l’ annuncio del cambiamento, quello di un ciclo che si chiude per  dare spazio al nuovo per noi, rami dello stesso albero, l’albero della Vita.

Il rosso, l’arancio, il marrone e il giallo…colori dell’autunno che raccolgo, da tempo. Oggi mi hanno attratto! È un autunno decisamente particolare. Nuovo atteggiamento, un cambiamento.

Cadute tra accesi colori, in attesa della rinascita. Meraviglia, perfezione. La metafora della vita.

Flora Crosara

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *