
Van Gogh Monet Degas.
Van Gogh, Monet, Degas: Tre Geni a Confronto e le Loro Storie
Vincent van Gogh, Claude Monet ed Edgar Degas, pur essendo figure uniche nella storia dell’arte, sono legati da un destino comune: hanno vissuto e creato nel cuore del tumultuoso XIX secolo, a Parigi, la capitale mondiale dell’arte. Questi tre maestri, nonostante le differenze stilistiche, condividono radici profonde e un forte desiderio di rottura con la tradizione accademica.
Punti in comune tra i tre artisti Vincent van Gogh, Claude Monet ed Edgar Degas
- Il contesto parigino e la rottura con l’accademia: Tutti e tre si sono formati e hanno lavorato in un periodo di grande fermento artistico, in cui Parigi era il centro nevralgico della sperimentazione. Il loro percorso si distingue per un netto rifiuto delle rigide regole della pittura accademica, cercando nuove forme espressive.
- L’influenza dell’Impressionismo: Monet è il padre indiscusso dell’Impressionismo, un movimento che ha rivoluzionato l’uso del colore e della luce. Degas ne fu un protagonista attivo, mentre Van Gogh, pur essendo un post-impressionista, subì una profonda influenza dai colori vivaci e dalla luminosità di questo movimento durante il suo soggiorno parigino.
- Supporto e isolamento: Sebbene fossero artisti di genio, la loro vita fu segnata da una profonda solitudine e da un supporto cruciale. Van Gogh non avrebbe potuto dipingere senza il sostegno emotivo ed economico del fratello Theo. Monet trovò in Paul Durand-Ruel un gallerista che credette in lui, mentre Degas, più solitario, si affidò principalmente a un piccolo circolo di amici.
- Vite tormentate: Tutti e tre hanno affrontato problemi personali e di salute. La vita di Van Gogh fu segnata da disturbi mentali che lo portarono al suicidio. Monet lottò contro la depressione e una quasi totale cecità negli ultimi anni. Anche Degas soffrì di una malattia agli occhi che lo costrinse ad abbandonare la pittura a olio per dedicarsi al pastello e alla scultura.
La storia dei tre maestri
Vincent Van Gogh (1853-1890)
L’artista olandese si dedicò alla pittura solo a 27 anni. I suoi primi lavori, come “I mangiatori di patate”, erano caratterizzati da tonalità scure e un forte realismo sociale. Dopo essersi trasferito a Parigi, il contatto con l’Impressionismo e l’arte giapponese lo spinse verso una tavolozza più luminosa e pennellate energiche. Il suo periodo ad Arles fu il più produttivo, con capolavori come “I girasoli” e “La camera da letto”, ma anche il più tormentato, culminato con il famoso episodio del taglio dell’orecchio. Nonostante oggi sia uno degli artisti più clebri, morì a 37 anni, vendendo una sola opera in vita.
Claude Monet (1840-1926)
Monet fu il pioniere della pittura “en plein air” (all’aria aperta). La sua opera più celebre, “Impressione, sole nascente”, diede il nome all’intero movimento. La sua arte era una continua ricerca degli effetti mutevoli della luce e dell’atmosfera. Famosissime sono le sue serie di dipinti, come quelli della Cattedrale di Rouen e delle ninfee, che realizzò nel suo amato giardino di Giverny nonostante la quasi totale cecità dovuta alla cataratta.
Edgar Degas (1834-1917)
A differenza di Monet, Degas preferiva la pittura in studio e amava definirsi “realista”. Si concentrò su scene di vita urbana, catturando la bellezza del movimento in soggetti come ballerine, corse di cavalli e donne alla toilette. Le sue composizioni, spesso ispirate alla fotografia e alle stampe giapponesi, erano caratterizzate da tagli insoliti e prospettive audaci. A causa di problemi alla vista, passò dall’olio al pastello e alla scultura, diventando un maestro in entrambe le tecniche.
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