
La Storia della Famiglia Olivetti e dell’azienda di Ivrea
Olivetti: la Famiglia, le Macchine da Scrivere e la Visione di un’Industriale Umanista
La storia della famiglia Olivetti e dell’azienda di Ivrea è un capitolo fondamentale della storia industriale e culturale italiana. Si tratta di un’eredità che spazia dalla tecnologia al design, dall’urbanistica al welfare aziendale.
La Famiglia Olivetti e l’Impresa Visionaria
Tutto ha inizio con Camillo Olivetti, ingegnere di origini ebraiche, che nel 1908 fonda a Ivrea la “Ing. C. Olivetti & C., prima fabbrica nazionale di macchine per scrivere.” La sua visione era quella di creare un’azienda all’avanguardia, che unisse l’ingegneria di precisione alla qualità del prodotto. L’impegno sociale e la cura dei dipendenti erano già parte della sua filosofia, un concetto che suo figlio Adriano Olivetti porterà a livelli straordinari.
Adriano, dopo aver lavorato come operaio e aver studiato negli Stati Uniti, subentra alla guida dell’azienda. Non era solo un imprenditore, ma un vero e proprio “umanista industriale”. Credeva che l’industria dovesse servire l’uomo e non il contrario, e che il benessere dei lavoratori fosse la chiave per il successo. La sua visione si concretizzò in un modello di impresa che integrava la produzione con la cultura, l’arte e l’architettura.
Le Macchine da Scrivere Olivetti: Icone di Design e Funzionalità
La storia di Olivetti è indissolubilmente legata alle sue macchine da scrivere, vere e proprie icone di design. La M1, la prima macchina prodotta nel 1911, fu un successo immediato. Tuttavia, il modello più celebre rimane la Lettera 22, progettata nel 1950. Leggera, portatile ed elegante, ricevette il prestigioso Compasso d’Oro nel 1954 ed è ancora oggi considerata un capolavoro del design industriale e un esempio di “bellezza funzionale.”
Dalle Macchine da Scrivere ai Primi Computer
Olivetti fu tra le prime aziende a comprendere l’importanza dell’elettronica. Già negli anni ’50 avviò la Divisione Elettronica, che portò allo sviluppo del calcolatore Elea. Il vero punto di svolta fu però la Programma 101, presentata nel 1965. Spesso definita il primo “personal computer” da tavolo, era una calcolatrice programmabile compatta, utilizzata persino dalla NASA per i calcoli della traiettoria dell’allunaggio.
L’Architettura al Servizio della Comunità: Ivrea, un Modello Industriale
La visione di Adriano Olivetti non si limitava alla fabbrica. L’intera città di Ivrea fu trasformata in un “laboratorio” sociale e urbanistico. Adriano finanziò la costruzione di abitazioni per i suoi dipendenti, progettate da architetti di fama. Queste case popolari, come l’Edificio a 24 alloggi a Borgo Olivetti, erano pensate per essere funzionali, luminose e immerse nel verde. La costruzione di asili nido, mense e centri culturali completava l’ecosistema, mettendo al centro la persona. Per questo, nel 2018, la “Ivrea, città industriale del XX secolo” è stata riconosciuta Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.