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Giallo come il tour de France

Giallo come il tour de France. Martedì 2 luglio, si è tenuta la quarta tappa del tour de France Pinerolo-Valloire con salita al Galibier.

Dopo 13 anni dall’ultimo passaggio del Tour de France, con la Gap-Pinerolo vinta dal norvegese Edvald Boasson Hagen, martedì scorso il mio paese Villar Perosa e tutta la val Chisone si è tinta di giallo per il passaggio della quarta tappa della prestigiosa gara ciclistica la Pinerolo-Valloire con salita al col de Galibier.

Oltre ad avermi sbloccato un sacco di ricordi, perchè mio nonno è stato per tutta la vita un appassionato ciclista (ma di questo vi parlerò in un prossimo articolo) mi ha incuriosito a tal punto da volerne conoscere la storia e le curiosità che legano i campioni nostrani a questa competizione.

Una delle più antiche gare di ciclistiche

Giallo come il tour de France gruppo di ciclisti in fugaNata all’inizio del secolo scorso, vanta alcuni primati importanti per noi italiani

Il primo tour de France, si corse nel 1903.

Certo le bici erano molto più rudimentali e pesanti di oggi, e le strade erano probabilmente molto più dissestate e credo che fosse una competizione ancora più dura di quella dei tempi più recenti non solo per il fatto di mettere alla prova il proprio fisico, ma anche per questi motivi.

La Grand boucle e l’Italia

Un legame che è sorto fin dalle sue origini

Giallo come il tour de France ciclisti in salitaIl primo vincitore della grand boucle (il grande giro, come viene anche definito il tour d France) aveva origini italiane.

Maurice Garin, a discapito del nome francese, nacque in Valle d’Aosta esattamente a Arvier.

A 14 anni, si trasferisce con la famiglia in Francia dove trova lavoro come spazzacamino.

Per motivi lavorativi, richiese la cittadadinanza Francese, ma prima di ottenerla nel 1901 nel 1897 e 1898 vince la Parigi-Roubaix da italiano.

Ma al primo Grand Boucle, purtroppo era già un francese a tutti gli effetti.

Il primo italiano a vincere il Tour de France

il muratore del Friuli

Giallo come il tour de France macchina di supportoQuesto soprannome, fu dato al primo vero italiano che vinse la competizione,

Fu un certo Ottavio Bottecchia e gli fu dato questo appellativo, perché prima di diventare ciclista professionista era carrettiere e, cosa per me curiosa, era stato bersagliere del sesto battaglione ciclisti.

Terrà la maglia gialla dalla prima all’ultima tappa della competizione nel 1924.

Altri italiani illustri che hanno trionfato in questa gara sono i più noti Gino Bartali 38 e 48, Fausto Coppi nel 49 e 52 (mio nonno, appassionato di bicicletta in tutte le sue sfaccettature compresa quella sportiva, quando ero piccola mi raccontava delle imprese compiute da questo grande sportivo a cui sono dedicate tante “cime”), Felice Gimondi nel 65, fino ad arrivare al “pirata” Marco Pantani che trionfò nel 98.

L’ultima vittoria tricolore, risale a 10 anni fa quando a salire sul gradino più alto del podio indossando la maglia gialla fu Vincenzo Nibali.

Tutti questi nomi, le cui imprese dei più vecchi mi sono state raccontate dal mio amato nonno, rievocano in me imprese epiche, dove l’uomo oltre a confrontarsi con altri campioni, si confrontava con i propri limiti e cerca di superarli per entrare nella storia dello sport.

Record italiani al Tour de France

La nostra nazione, primeggia anche per età dei vincitori di una tappa 

Giallo come il tour de France gruppo di ciclisti professionistiA 19 anni e poco più Fabrizio Battestini riuscì ad arrivare primo nella tappa di Dinan-Brest nel 1931, mentre il record del più anziano vincitore di tappa spetta, nel 63, al siciliano Pino Cerami che a 41 anni vinse la Bordeaux-Pau.

Ci sarebbero moltre altre curiosità, su questa gara, che è ritenuta la più dura competizione ciclistica a tappe sia per la lunghezza complessiva che delle singole tappe, ma lascio a voi il piacere di addentrarvi in questo mondo che mi ha aperto più di un ricordo.

Voi seguite il ciclismo?! Scrivetelo nei commenti.

Romina Godino

 

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Romina Godino

Persona creativa in tutto, ama condividere le proprie conoscenze, esperienze, passioni e riflessioni sui grandi temi della vita attraverso la scrittura. Scrivere per lei, oltre ad essere uno sfogo personale e un valido strumento attraverso il quale si può confrontare con il mondo esterno.

2 Comments

  • MONICA

    Grazie Romina per queste interessanti informazioni. Non seguo abitualmente il ciclismo tuttavia il Tour è passato anche a Canelli, la mia piccola cittadina nel sud del Piemonte. E’ stato bello ammirare vetrine e alberi addobbati di giallo per questa occasione così rara e festosa. Il traffico si è fermato e tutti i cittadini e turisti erano in attesa per il passaggio dei ciclisti con ammirazione. In un attimo sono passati a tutta velocità.

    • Romina Godino

      Romina Godino

      E’ vero, quando arriva il momento tanto atteso del passaggio dei ciclisti tutto avviene in un attimo, ma questo mi ha ricordato il mio nonnino grande appassionato di ciclismo, del quale racconterò in un prossimo articolo. Grazie del commento e della lettura.

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