Cromoterapia e scienza
Cromoterapia e scienza. La luce, è l’unica energia che possiamo vedere attraverso i colori. Vediamo i vari studi in proposito.
Un’altra tecnica olistica che conosco e che uso abitualmente attraverso un apposito elettromedicale è la cromoterapia.
Dovete sapere che fino al 2008, mi vestivo totalmente di nero (e per questo motivo, mia madre mi prendeva in giro perché diceva che sembravo un corvo!) ma poi in quell’anno ho conosciuto, insieme al reiki, la cromoterapia.
E da quel momento, ho iniziato ad amare i colori, tant’è che ancora oggi, mi vesto di mille colori spesso senza fare abbinamenti cromatici adeguati.
E ho scoperto la cromoterapia come metodo di sostegno al mio benessere psicofisico prima e poi a quello di tutta la famiglia e delle altre persone.
Ora vediamo, come cromoterapia e scienza si sono uniti.
Che cosa sono i colori dal punto di vista scientifico
e gli studi di Popp
Molto semplicemente i colori, sono lunghezze d’onda ben precise che vanno dagli infrarossi agli ultravioletti
Tutti insieme, formano la luce bianche di cui possono godere i nostri occhi.
L’utilizzo di frequenze specifiche per il benessere, ha dato il viam nelle medicine complementari, all’utilizzo delle varie lunghezze d’onda in modo specifico per riportare il corpo e la mente ad un equilibrio psicofisico.
Attraverso gli studi di un biofisico tedesco, Fitz Albert Popp, si è potuto dimostrare scientificamente che le cellule emettono radiazione di luce i biofotoni, dando un valore maggiore a teorie che prima erano solo considerate a livello empirico.
Queste vibrazioni elettromagnetiche, sono uno dei sistemi di comunicazione tra le cellule (Pop definisce un vero e proprio linguaggio a tutti gli effetti) che regola tutti i processi biofisici del corpo.
Proprio per questo motivo, questa tecnica olistica insegna al nostro corpo a parlare con se stesso.
Cromoterapia applicata
si può unire la cromoterapia ad altre tecniche olistiche
Oltre ad usarla direttamente sui punti dolenti, si può unire alla riflessologia plantare e a altre tecniche riflessologiche. Nasce così la cromoriflessologia.
In questo caso, prendendo in considerazione porzioni molto piccole del corpo invece delle classiche e più grandi lampade che si usano di solito sui punti dolenti, l’operatore usa delle vere e proprie penne con la punta che emana un minuscolo fascio di luce e che si può cambiare a seconda delle necessità.
Nel prossimo articolo vi racconterò le varie definizioni e correlazioni dei 7 colori dell’arcobaleno.
E voi conoscete la cromoterapia? Scrivetelo nei commenti.
Romina Godino