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tavol con torta salata, bevanda dal color paglierino e torta salata. Sullo sfondo, erbe selvatiche edibili
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l’alimurgia nutrirsi con le piante selvatiche commestibili

La nutrizione selvatica

in cucina

L’alimurgia nutrirsi con le piante selvatiche commestibili. La natura ci offre tesori nascosti, scoprili per il tuo benessere!

Erbe spontanee, quando arriva la bella stagione, ne faccio largo uso per zuppe, frittate, risotti e molto altro. Ma che cos’è la fitoalimurgia? Scopriamolo insieme.

In un mondo sempre più connesso ma, paradossalmente, sempre più distante dalle proprie radici, riscoprire i saperi antichi diventa un atto rivoluzionario. L’alimurgia, termine che forse suonerà nuovo a molti, non è altro che l’arte e la scienza di riconoscere, raccogliere e utilizzare le erbe spontanee commestibili, ma non solo, che la natura ci offre generosamente. È un patrimonio di conoscenza tramandato di generazione in generazione, un tempo fondamentale per la sopravvivenza, oggi riscoperto come ponte verso uno stile di vita più consapevole e in armonia con l’ambiente.

La fitoalimurgia e l’alimurgia

Una distinzione moderna

Nel panorama contemporaneo dell’alimentazione consapevole e della riscoperta della natura, i termini “fitoalimurgia” e “alimurgia” vengono spesso usati in modo intercambiabile, ma mantengono una distinzione fondamentale. La fitoalimurgia si concentra esclusivamente sulla raccolta e l’utilizzo delle piante selvatiche commestibili. Il prefisso “fito-” ne sottolinea la specificità vegetale, trasformando quella che un tempo era una pratica di sussistenza in un’arte moderna di integrazione alimentare, benessere e riconnessione con l’ambiente. Non più dettata dalla necessità di sopravvivenza, la fitoalimurgia odierna è una scelta volontaria per arricchire la dieta con nutrienti preziosi, riscoprire sapori autentici e promuovere la biodiversità locale.

L’alimurgia, invece, è un concetto più ampio e storico. Derivando dalla “necessità di nutrirsi” in tempi di carestia, originariamente includeva qualsiasi risorsa spontanea utile alla sopravvivenza. Oggi, pur non essendo più legata unicamente all’emergenza, il suo significato si è evoluto per abbracciare un approccio più vasto alla raccolta di cibo selvatico. In questo senso moderno, l’alimurgia (o più comunemente “foraging”) rappresenta l’atto di cercare e raccogliere cibo dal proprio ambiente naturale, non limitandosi alle sole piante. È una pratica che celebra la conoscenza tradizionale e il rispetto per la natura, offrendo un modo per diversificare l’alimentazione e approfondire il legame con il territorio, in un’ottica di sostenibilità e autosufficienza.

L’Alimurgia oggi

Oltre le erbe spontanee

L’alimurgia, nel suo significato contemporaneo spesso tradotto con il termine “foraging”, è molto più di una semplice passeggiata per raccogliere erbe. È una pratica olistica che unisce la conoscenza botanica alla consapevolezza ambientale, permettendo di attingere direttamente alle risorse che la natura offre spontaneamente. Sebbene le piante selvatiche commestibili rimangano il fulcro per molti appassionati, l’alimurgia odierna comprende una gamma più vasta di elementi naturali, offrendo un’esperienza completa di scoperta e autosufficienza.

Questa pratica moderna non è più guidata dalla necessità di sopravvivenza, ma piuttosto dal desiderio di un’alimentazione sana e sostenibile, dalla curiosità per i sapori dimenticati e dalla volontà di riconnettersi con la terra. Rappresenta un ritorno alle origini, un modo per valorizzare la biodiversità e ridurre l’impronta ecologica, riscoprendo un legame profondo con il proprio ambiente.

Oltre alle erbe spontanee, l’alimurgia oggi comprende:

  • Funghi

    La raccolta di specie commestibili, con la dovuta cautela e conoscenza.

  • Frutti e bacche selvatiche

    Come more, mirtilli, lamponi, corbezzoli, giuggiole.

  • Alghe

    Specie marine commestibili, raccolte sulle coste.

  • Muschi e licheni

    Alcune varietà specifiche utilizzate in cucine tradizionali o sperimentali.

  • Insetti (entomofagia)

    In diverse culture e in contesti di ricerca di proteine sostenibili.

Perché sceglierla?

Viviamo in un’epoca in cui l’ansia per la sostenibilità e la ricerca di un’alimentazione più sana sono temi centrali. L’alimurgia si inserisce perfettamente in questo contesto, offrendo non solo un’alternativa alimentare ricca di nutrienti, ma anche un modo per riconnettersi con la terra, comprenderne i cicli e valorizzarne la biodiversità. Non si tratta solo di “andare per erbe”, o altri alimenti che si trovano in natura. Si tratta di riscoprire un linguaggio antico, quello della natura, che ci parla di stagionalità, di rispetto e di abbondanza silenziosa.

Pensiamo alle nostre nonne, ai nostri avi: per loro, riconoscere una cicoria selvatica o un tarassaco, o i funghi commestibili, non era un hobby, ma una necessità. Queste piante, considerate “povere” dalla società moderna, erano in realtà custodi di vitamine, sali minerali e composti bioattivi spesso superiori a quelli delle verdure coltivate. Oggi, possiamo attingere a questa saggezza non per necessità, ma per scelta, arricchendo la nostra dieta e il nostro spirito.

I Tesori Nascosti tra i Campi

Quali Erbe Raccogliere?

L’Italia, con la sua incredibile varietà di paesaggi e climi, è un vero e proprio paradiso per gli amanti delle erbe spontanee. Ogni regione, ogni sentiero, ogni angolo di campagna può riservare sorprese inaspettate. Ma quali sono le erbe più comuni e facilmente riconoscibili che possiamo iniziare a cercare?

Tra le più diffuse troviamo il tarassaco (o dente di leone), con le sue foglie amare e depurative, perfette per insalate e minestre. La cicoria selvatica, versatile e saporita, è ideale per contorni saltati in padella o per arricchire zuppe. Non dimentichiamo le ortiche, considerate da molti un fastidio, ma in realtà un vero superfood, ricche di ferro e vitamine, ideali per risotti, frittate e persino tisane. E ancora, la piantaggine, con le sue proprietà antinfiammatorie, o la borragine, dai fiori azzurri e il sapore delicato, ottima per risotti, ripieni e salse.

È fondamentale, però, approcciarsi alla raccolta con consapevolezza e rispetto. La prima regola d’oro è la certezza del riconoscimento: mai raccogliere e consumare una pianta di cui non si è assolutamente sicuri. Esistono molte specie simili, alcune delle quali possono essere tossiche. Per i principianti, è consigliabile farsi accompagnare da esperti micologi o botanici, oppure affidarsi a guide illustrate dettagliate.

Sicurezza e Sostenibilità

Le Regole d’Oro

della Raccolta

Oltre al riconoscimento, la sicurezza passa anche dal luogo di raccolta. È cruciale evitare zone inquinate come bordi stradali trafficati, campi trattati con pesticidi o aree industriali. Prediligete sentieri di campagna, boschi incontaminati e prati lontani da fonti di inquinamento.

l'alimurgia nutrirsi con le piante selvatiche commestibili Mani che raccolgono le erbe selvatiche in un bosco, e riempiono un cestinoLa sostenibilità è un altro pilastro della fitoalimurgia. Raccogliete sempre con moderazione, prelevando solo la quantità necessaria e lasciando intatta la maggior parte della pianta. Non sradicate l’intera pianta, ma tagliate le foglie o i fiori in modo da permettere alla pianta di ricrescere. Questo approccio garantisce che le risorse naturali non vengano depauperate e che anche le generazioni future possano godere di questo prezioso patrimonio. Ricordiamo che la natura è un bene comune e va trattata con il massimo riguardo.

Dalla Terra alla Tavola

L’Arte di Trasformare

Una volta raccolte, le erbe spontanee possono essere trasformate in infinite prelibatezze. Dalle semplici insalate fresche, che esaltano il sapore amaro e selvatico, a zuppe confortanti che riscaldano l’anima. Le frittate si arricchiscono di sapori inaspettati, i risotti acquisiscono sfumature aromatiche uniche. Le ortiche, sbollentate, possono diventare un pesto saporitissimo o un ripieno per ravioli. Le borragini, fritte in pastella, sono una vera delizia.

La fitoalimurgia non è solo una pratica culinaria, ma un invito a rallentare, a osservare, a connettersi con i ritmi naturali. È un’esperienza che coinvolge tutti i sensi: la vista delle foglie verdi e vibranti, l’odore della terra bagnata, il suono del vento tra l’erba, il sapore autentico e primordiale che solo la natura selvaggia sa regalare.

L’alimurgia ci offre un’opportunità unica di riscoprire un sapere antico, di nutrire il nostro corpo e la nostra anima, e di contribuire a un futuro più sostenibile.

E voi, siete pronti a iniziare la vostra avventura nel mondo delle erbe spontanee o le usate già abitualmente? Scrivetelo nei commenti.

Romina Godino

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Romina Godino

Sono un'anima profondamente creativa, e la mia vita è dedicata all'arte, dalle parole ai disegni, fino alla creazione di gioielli. Gestisco questo blog per condividere le mie passioni, i miei pensieri più intimi e le mie idee con tutti voi, invitandovi a esplorare le 1000 sfaccettature del mondo, insieme a me.

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