LA MORTE DI RATZINGER – 1.
L’argomento che stiamo per trattare è molto delicato: alcuni di noi potrebbero asserire di avere ricevuto benefici da questo personaggio o comunque dalla chiesa in generale; altri invece tutt’altro. In qualsiasi situazione è molto difficile che non ci sia traccia assoluta di un certo valore, positivo o negativo che sia; i due aspetti convivono sempre assieme, ed è naturale che alcuni colgano un aspetto ed altri l’aspetto opposto. Lasciamo stare quindi il parere e l’esperienza personale e interroghiamoci piuttosto sul rapporto oggettivo che può esserci fra questa figura di spicco della chiesa cattolica ed il nostro programma mondo migliore.
In questi giorni se ne fa un gran parlare sui media e, come succede spesso alla morte di un personaggio potente, gli elogi si sprecano. Noi non potremmo sottrarci agli elogi se il messaggio e la testimonianza di Ratzinger fossero in linea con il nostro PMM.
Ma è così? Mi spiace per coloro che, anche fra i lettori di questo blog, hanno avuto sensazioni positive da Ratzinger, e non vorrei che si sentissero offese, anche perché quanto di positivo avessero ricevuto non verrebbe certo cancellato. Ma è necessario anche in questo caso avere idee il più possibile aderenti ai fatti, senza lasciarsi influenzare dai pareri di quanti traggono beneficio da un atteggiamento di lode, come nel caso dei giornalisti del mainstream.
Perchè, allora ci chiediamo, il mainstream è così plaudente verso Ratzinger?
Uno degli apprezzamenti che vengono addotti, è perché egli sarebbe stato un vero e grande teologo. Anch’io ho studiato per ben quattro anni (e anche dopo) la teologia, che dovrebbe essere una scienza come tante altre, da studiare e portare avanti con nuove scoperte ed approfondimenti, dal momento che tratta argomenti che hanno a che fare con gli interrogativi ed i bisogni della persona.
La supposta teologia di Ratzinger invece si rifà totalmente ai dogmi, questi sono il punto di partenza, ed il dogma per definizione non può essere messo in discussione, anche se magari proclamato centinaia di anni fa quando le circostanze e la cultura generale erano ben diverse da ora. Non si tratta quindi di scienza, la cui caratteristica imprescindibile dev’essere la libertà, ma piuttosto di “dogmatica”.
Questa non è un’osservazione da poco, in quanto libri e discorsi di Ratzinger non apportano nessuna novità o approfondimento riguardo alla religione cristiana e anche all’umanesimo; ma inchiodano l’istituzione a radici antiche che in confronto alla cultura e alle (vere) scoperte scientifiche appaiono sorpassate se non addirittura ridicole. Ma non poteva che finire così riguardo ad asserite presunte teorie, proclamate non tanto da esigenze di verità, ma da smania di potere. Per approfondire questo aspetto ci vorrebbe un libro, più che un editoriale, ma è la mia personale conclusione dettata dalla mia esperienza e dai miei studi “liberi” e disinteressati.
E qui veniamo ad un altro punto interessante, conseguenza di ciò che abbiamo finora detto: Papa Francesco, che a differenza di Ratzinger aveva fatto esperienze direttamente sul campo, in mezzo al popolo, si rende conto delle assurdità delle vecchie impostazioni teologiche e quindi anche delle conseguenze comportamentali di tali impostazioni. Non può però parlare in modo ufficiale contro i contenuti dei dogmi, sarebbe un auto-escudersi dalla chiesa che sui dogmi è fondata. Quindi in modo confuso ed approssimativo (ma non può che essere così) lancia messaggi che si discostano dalla dogmatica e dalla morale ufficiali, richiamandosi di più al genuino messaggio di Cristo. I primi tempi di Papa Bergoglio mi avevano ben impressionato sotto questo aspetto, anche se i vecchi tradizionalisti, più preoccupati di questioni di potere che di verità, erano insorti scandalizzati.
Ma le vere intenzioni di coloro (poteri forti) che avevano fatto dimettere Ratzinger divennero ben presto chiare, soprattutto in occasione dell’inizio della pseudo-pandemia: Bergoglio si affrettò a prestare obbedienza a quei poteri finanziari-politici che l’avevano fatto salire al trono, divenendo strumento per il raggiungimento del criminale Grande Reset-Nuovo ordine mondiale.
Molti si chiedono chi è il vero Papa: quale può essere la risposta? Personalmente a me non interessa, perché sia l’uno che l’altro sono all’opposto della nostra concezione di Mondo Migliore. E’ vero che coloro che si oppongono al mainstream sono per Ratzinger, ma più per opposizione al Bergoglio fedele esecutore dei poteri forti che per i contenuti del suo messaggio. In effetti Ratzinger non ha mai fatto un’azione concreta per denunciare l’anticristo di una economia che massacra il popolo, divenendo quindi anch’egli uno strumento in mano a quei poteri, anche se non in modo così sfacciato come Bergoglio.
Se un programma di Mondo Migliore parte da esigenze di verità, di etica, di vera solidarietà ed altruismo, non può andare d’accordo con qualsiasi istituzione il cui principale intento è proteggere il proprio potere anche a discapito della verità e del rispetto della persona umana.
Da parte nostra nessuna guerra, nessuna “battaglia-contro”, ma idee chiare sui nostri punti principali di partenza, che sono la fedeltà ad una verità disinteressata e la coerenza fra pensiero, parola ed azione.
Mi rendo conto che ci sarebbero mille altre cose da dire ed approfondire, oltre a queste poche parole, come ad esempio il fenomeno della pedofilia scoppiato sia all’interno della chiesa che nella società, argomenti che hanno ben a che fare con ciò che stiamo trattando ora. Eventualmente ne parleremo in altri editoriali.