
La ceramica Raku una tecnica affascinante
La ceramica Raku una tecnica affascinante, con radici profonde nella tradizione giapponese, ma che si è evoluta e diversificata in diverse varianti nel mondo. Non esiste un numero preciso e univoco di “tecniche Raku” perché le variazioni possono essere infinite, dipendendo dagli smalti usati, dai materiali di riduzione, dalle temperature, e dalle interpretazioni artistiche individuali. Tuttavia, possiamo identificare alcune categorie principali e le loro sfumature.
Raku Tradizionale
Giapponese (Raku-yaki)
Nasce nel XVI secolo, legata alla cerimonia del tè. Si concentra sulla semplicità, sulla bellezza imperfetta (Wabi-sabi) e sull’interazione tra l’artigiano e l’argilla. Le ciotole vengono modellate a mano, cotte a bassa temperatura e rimosse dal forno quando sono incandescenti. La riduzione è spesso ottenuta in modo più semplice, ad esempio lasciando raffreddare il pezzo all’aria o in un ambiente con fumo controllato, ma senza l’enfasi sulla forte riduzione tipica del Raku occidentale. I colori tendono ad essere più sobri (neri, rossi, bruni).
Raku Americano
(o Raku Moderno/Occidentale)
Sviluppato negli anni ’50 e ’60 da ceramisti come Paul Soldner. Mantiene l’estrazione a caldo dal forno e la riduzione in contenitori con materiali combustibili (segatura, foglie, carta). Si differenzia dal tradizionale giapponese per una maggiore enfasi sugli effetti spettacolari: Craquelé: le crepe negli smalti, colorate dal fumo, sono una caratteristica distintiva. Riflessi metallici e iridescenti: ottenuti con smalti specifici e una forte riduzione. Colori vibranti: grazie all’uso di ossidi metallici diversi (rame, cobalto, manganese, argento, ecc.). Spesso utilizzato per oggetti decorativi piuttosto che per l’uso alimentare.
Tecniche Derivate dal Raku Moderno
Naked Raku
La tecnica in cui lo smalto (o uno strato di “slip” sacrificale) si stacca dal pezzo dopo la cottura e la riduzione, lasciando la superficie dell’argilla nuda, ma colorata dalle tracce di fumo e carbonio penetrati nelle crepe. Il risultato è una superficie opaca con disegni sottili e organici.
La ceramica Raku una tecnica affascinante
Horsehair Raku
(Raku con crini di cavallo)
Si applicano crini di cavallo (o piume, peli di animali) sulla superficie incandescente appena estratta dal forno. I crini bruciano, lasciando tracce carbonizzate nere e lineari che creano disegni unici.
Feather Raku
(Raku con piume)
Simile all’horsehair, ma con l’uso di piume per effetti diversi.
Obvara Raku
Una tecnica che coinvolge l’immersione del pezzo caldo in una miscela fermentata (spesso farina, acqua e lievito) che crea disegni scuri e variegati sulla superficie.
Saggar Firing
Sebbene non sia strettamente Raku nel senso di estrazione a caldo e riduzione in scatola, condivide la filosofia della “riduzione” e dell’ottenimento di effetti imprevedibili. I pezzi vengono posti in contenitori chiusi (saggar) con materiali combustibili e cotti in forno, creando atmosfere di riduzione localizzate.
Low-Fire Reduction
(Riduzione a bassa temperatura)
Un termine più ampio che include il Raku, ma anche altre tecniche che utilizzano atmosfere riducenti a temperature relativamente basse per ottenere effetti cromatici specifici. In sintesi, mentre il Raku tradizionale giapponese ha una sua metodologia specifica, l’espansione e l’adattamento della tecnica in Occidente hanno portato a una grande varietà di approcci e risultati, rendendo difficile quantificare un numero esatto di “tecniche”. È più corretto parlare di una tecnica di base (estrazione a caldo e riduzione) con innumerevoli interpretazioni e varianti artistiche.
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