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PARTENZA DELLA CORSA
Storie di Vita

Da un fallimento o da una delusione si può imparare

 28 settembre 2024

Ultimo racconto estivo per i miei amici lettori. Questa storia ricorda, per somiglianza, un fatto recente  realmente accaduto. Un racconto che spero lasci ancora spunti di riflessione.                                                                                 Buona lettura!

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Questa è la storia di Marco, un giovane atleta che, nella sua pur breve carriera, ha ottenuto il titolo olimpico nella specialità per cui normalmente si allena costantemente, mesi e mesi nell’anno: la corsa veloce.

La scelta di partecipare alle Olimpiadi 2024 è stata coraggiosa: un grave infortunio lo ha bloccato per alcuni tempi e gli sono serviti due interventi chirurgici alla gamba destra, quella più forte, quella di  spinta, per ridurre il danno procuratosi con una caduta rovinosa in una delle ultime gare alla quale ha  partecipato.

A seguire tanta fisioterapia per rimettere l’arto in funzione e riprendere a correre veloce, come sa fare lui: un fulmine.

La sua idea era di confermare il primato e per questo ha chiesto alla sua società e alla federazione di poter partecipare alle gare individuali e di squadra.

Olimpiadi – Anno 2024 –

Immaginiamolo, Marco: giovane velocista che, quattro anni prima, ha conquistato l’oro nei 100 metri piani, stabilendo un importante record. Dopo, nei quattro anni successivi, l’atleta ha lavorato instancabilmente, in modo puntuale  per mantenere il suo status di campione. La sua applicazione e il suo impegno sono stati rigorosi: un esempio per molti.

Ha affrontato allenamenti massacranti, ha seguito una dieta scrupolosa, ha rinunciato a molte delle gioie proprie della giovinezza. Aveva in testa un unico obiettivo: difendere il suo titolo olimpico.

Arriva il giorno delle Olimpiadi,  Marco è pronto: si sente carico, lucido, motivato. Sa che potrà fare bene, portare ancora via quel titolo. Chiude gli occhi e già si vede sul podio con la medaglia al collo, mentre ascolta l’inno nazionale.

Il pubblico numeroso è in fermento, le telecamere sono puntate su di lui, l’aspettativa è altissima.

La tensione che si avverte è palpabile, ma Marco sa che è preparato.

<È tutta una questione di testa – si ripete – una questione di testa! > 

Si avvicina ai blocchi di partenza, scende, si posiziona. Il cuore batte all’impazzata e il mondo intero sembra fermarsi per un attimo. Il silenzio assordante è rotto dallo sparo del giudice: la partenza è buona, la gara inizia.

Marco scatta come una freccia, sente l’adrenalina scorrergli nelle vene. Ma a metà percorso, qualcosa va storto.

Un piccolo errore nella tecnica, il piede che non risponde come dovrebbe, cede …  Marco inizia a perdere terreno.

Gli avversari lo superano uno dopo l’altro  e, quando arriva al traguardo, sa già di non aver vinto.

Si accascia a terra. Il dolore della sconfitta è acuto, supera persino il dolore fisico.

Marco ha temperamento e grande dignità. Si mette seduto e poi si inginocchia sulla pista: il respiro è affannoso, non intende piangere ma gli è impossibile.  Le lacrime sgorgano senza controllo.

Il sogno di confermare il suo primato è sfumato in un batter di ciglia.

Poi, mentre il pubblico applaude i vincitori, Marco si rende conto di qualcosa di importante. Un pensiero gli passa per la testa e lui lo ferma, lo fa suo. La vera grandezza non risiede solo nelle vittorie, ma anche nella capacità di rialzarsi dopo una caduta.

Marco sa che questa esperienza, sebbene dolorosa, lo confermerà come un atleta capace e una persona migliore. La sconfitta non sarà la fine del suo percorso, ma un nuovo inizio.

Giovane e talentuoso è deciso a tornare più forte: non si farà fermare da un inconveniente fisico: quello, medici e fisioterapisti, sapranno curarlo. Dovrà agire su di sè! Ora sì, davvero è tutta una questione di testa.

Marco promette a se stesso che lavorerà ancora più duramente e imparerà dai suoi errori per crescere sia come sportivo  sia come individuo. E il sorriso torna, solare, sul suo viso.

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La storia di Marco ci insegna che, anche quando il risultato non è quello sperato, il vero valore di un atleta si misura nel coraggio di affrontare le avversità e nella determinazione di continuare a lottare per i propri sogni.

Flora Crosara

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