
Un tesoro di salute in giardino
Dalle radici alla tavola, un viaggio nel cuore della natura per riscoprire antichi saperi e benessere quotidiano
Un tesoro di salute in giardino? Indaga i segreti della terra: scopri come trasformare le erbe selvatiche in elisir per il tuo benessere.
Il mio giardino. Un forziere di erbe selvatiche che uso abitualmente nella mia cucina quando arriva la bella stagione, ma quali sono le più utilizzate? Con l’arrivo della bella stagione, la natura si risveglia e con essa sbocciano anche tesori verdi spesso sottovalutati: le erbe selvatiche commestibili.
Cucina e benessere
Non sono solo un ingrediente prelibato per arricchire la nostra tavola, ma rappresentano un vero e proprio scrigno di proprietà benefiche, un’antica farmacia a cielo aperto tramandata di generazione in generazione. In un’epoca in cui si ricerca sempre più un ritorno alle origini e a uno stile di vita più sostenibile, riscoprire il valore delle “erbacce” che crescono spontanee nei nostri campi e giardini è un gesto d’amore verso noi stessi e verso l’ambiente. Questo articolo vuole essere una guida, un invito a guardare con occhi diversi ciò che ci circonda, a riconoscere, raccogliere e utilizzare con consapevolezza queste meraviglie botaniche, trasformandole in alleate preziose per la nostra salute.
Un tesoro di salute in giardino
Il tarassaco:
Il “dente di leone”
dalle mille virtù
Il tarassaco (Taraxacum officinale), conosciuto in molte regioni come “dente di leone” per la forma delle sue foglie o “soffione” per i suoi fiori bianchi, è forse una delle erbe selvatiche più versatili e riconoscibili. Fin dall’antichità, è stato apprezzato per le sue notevoli proprietà depurative e diuretiche. La sua radice, ricca di inulina, è un eccellente prebiotico, favorendo la salute dell’intestino e l’equilibrio della flora batterica. Le foglie, dal sapore amarognolo ma gradevole, possono essere aggiunte a insalate miste, dando un tocco di freschezza e un apporto significativo di vitamine A, C, K e minerali come potassio e calcio.
Ma non è solo la tavola a beneficiare del tarassaco. A livello fitoterapico, è un potente detossificante per fegato e reni. Stimola la produzione di bile, facilitando la digestione e l’eliminazione delle tossine. È un alleato prezioso per chi soffre di ritenzione idrica o vuole depurarsi dopo periodi di eccessi alimentari. Preparare un decotto con le sue radici essiccate o un infuso con le foglie fresche è un gesto semplice per prendersi cura del proprio benessere. Il suo potere diuretico aiuta a contrastare la pressione alta e a prevenire la formazione di calcoli renali. In alcune zone d’Italia, viene anche chiamato “piscialetto” proprio per la sua azione drenante, un nome che sottolinea con un pizzico di ironia la sua efficacia.
Le foglie della pianta, sono ottime in insalata da sole o unite ad altri tipi di insalate ma, a mio gusto, senza pomodoro e con l’aggiunta di un po’ d’aglio.
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La camomilla
L’abbraccio caldo della serenità
La camomilla (Matricaria chamomilla), o “camumilla” in molti dialetti, è un’erba che evoca immediatamente immagini di relax e tranquillità. I suoi piccoli fiori bianchi dal centro giallo sono un simbolo di delicatezza e, al tempo stesso, di un potere curativo profondo. La camomilla è universalmente riconosciuta per le sue proprietà calmanti, sedative e antinfiammatorie. È l’ingrediente principale di tisane serali, perfette per favorire il sonno e alleviare l’ansia e lo stress accumulato durante la giornata.
I principi attivi della camomilla, in particolare i flavonoidi e i terpenoidi come il bisabololo e il camazulene, le conferiscono un’azione antispasmodica, utile per alleviare i crampi mestruali e i disturbi digestivi come gonfiore e coliche. È anche un ottimo lenitivo per la pelle, utilizzata in impacchi per irritazioni, arrossamenti e congiuntiviti. Un infuso di camomilla tiepido è spesso consigliato anche ai bambini piccoli per calmare irrequietezza e favorire il riposo. La sua presenza nel nostro giardino è un invito costante a rallentare, a concedersi un momento di pace e a ritrovare la serenità interiore.
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L’ortica
La regina pungente
dalle virtù nascoste
L’ortica (Urtica dioica), o “urtia” in dialetto, è un’erba che molti tendono ad evitare a causa dei suoi peli urticanti, ma dietro questa “difesa” si cela una pianta dalle proprietà straordinarie. È un vero e proprio concentrato di nutrienti, ricca di ferro, calcio, magnesio, potassio, vitamine A, C, K e proteine. Per questo motivo, è stata per secoli un alimento fondamentale nelle diete contadine, un vero e proprio superfood ante litteram.
Le sue proprietà fitoterapiche sono molteplici. L’ortica è un potente antinfiammatorio e depurativo, utile per contrastare dolori articolari, artrosi e reumatismi. Il suo elevato contenuto di ferro la rende un’ottima alleata per chi soffre di anemia. È anche un buon diuretico e depurativo del sangue, aiutando l’organismo a eliminare le tossine. Le sue foglie, una volta sbollentate o cotte, perdono l’effetto urticante e possono essere utilizzate in zuppe, risotti, frittate e pesti, trasformando un potenziale fastidio in un ingrediente delizioso e salutare. In alcune tradizioni popolari, le ortiche venivano usate anche per i capelli, come rimedio naturale contro la caduta e per rinforzarli.
In cucina, è ottima nelle passate di verdura estive.
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Il luppolo selvatico
non solo birra,
ma un elisir di benessere
Il luppolo selvatico (Humulus lupulus), noto anche come “luppolo” o “bruscandoli” (quest’ultimo termine si riferisce spesso ai giovani germogli), e in Piemonte come “luertin“, è una pianta rampicante che molti associano unicamente alla produzione della birra. Però, è utilizzato anche, nella cucina casalinga con la frittata. Tuttavia, possiede notevoli proprietà fitoterapiche, in particolare i suoi coni femminili, che sono ricchi di principi attivi benefici.
Il luppolo è un ottimo sedativo e ansiolitico naturale. Grazie alla presenza di sostanze come il lupulone e l’umulone, agisce sul sistema nervoso centrale, favorendo il rilassamento, riducendo l’insonnia e alleviando stati di agitazione e nervosismo. È spesso utilizzato in sinergia con altre erbe calmanti per creare tisane e rimedi naturali per i disturbi del sonno. Inoltre, ha proprietà digestive e amaro-toniche, stimolando l’appetito e facilitando la digestione. Alcune ricerche suggeriscono anche un’azione estrogenica, che lo rende potenzialmente utile per alleviare i sintomi della menopausa. I giovani getti, i cosiddetti “bruscandoli” o “luertin”, sono una vera delizia primaverile, perfetti per risotti, frittate e minestre, unendo il gusto al benessere. In cucina, il miglior modo per gustarlo è in frittata.
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La borragine:
fiori blu e
proprietà emollienti
La borragine (Borago officinalis), conosciuta in alcuni dialetti come “buras” o “fior di borra“, è una pianta annuale facilmente riconoscibile per le sue foglie ricoperte di una leggera peluria e per i suoi splendidi fiori blu a forma di stella. È una delle erbe selvatiche più apprezzate in cucina, soprattutto in alcune regioni d’Italia, per il suo sapore delicato che ricorda vagamente il cetriolo. Il miglior modo di gustarlo, è impanato come una bistecca alla milanese.
Ma la borragine non è solo un ingrediente culinario versatile; è anche un’erba con interessanti proprietà fitoterapiche. È tradizionalmente utilizzata per le sue proprietà emollienti ed espettoranti, rendendola utile in caso di tosse, bronchite e altre affezioni delle vie respiratorie. Le mucillagini presenti nelle foglie e nei fiori aiutano a lenire le mucose irritate. Inoltre, l’olio estratto dai semi di borragine è noto per il suo elevato contenuto di acido gamma-linolenico (GLA), un acido grasso essenziale omega-6 che contribuisce alla salute della pelle, migliorandone l’elasticità e contrastando secchezza e infiammazioni. Questo lo rende un alleato prezioso in caso di eczemi, psoriasi e altre condizioni dermatologiche. I fiori della borragine sono anche utilizzati a scopo decorativo in insalate, aggiungendo un tocco di colore e un lieve sapore.
Un tesoro di salute in giardino
Equiseto
L’erba cavallina, tesoro siliceo
per ossa e tessuti
L’erba cavallina, chiamata così in Piemonte per la sua forma che ricorda i crine di cavallo, il cui nome botanico è Equiseto (Equisetum arvense), è una pianta antichissima, spesso chiamata anche “coda cavallina” per la sua particolare forma, che ricorda appunto la coda di un cavallo. Questa pianta, presente in tutte le località umide, è un vero e proprio dono della natura, specialmente per il suo elevato contenuto di minerali.
In fitoterapia
A livello fitoterapico, l’Equiseto è celebre per le sue eccezionali proprietà remineralizzanti, in particolare grazie all’abbondanza di silice (fino al 10-15% del peso secco), potassio, calcio, magnesio e altri oligoelementi. Queste sostanze lo rendono un alleato prezioso per la salute delle ossa, delle unghie e dei capelli. È tradizionalmente impiegato per:
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Rinforzare ossa e articolazioni: La silice è fondamentale per la formazione del tessuto connettivo e del collagene, essenziali per la robustezza delle ossa e la salute delle cartilagini. Per questo motivo, l’equiseto è spesso consigliato in caso di osteoporosi, fratture (per favorire la formazione del callo osseo), e per disturbi osteoarticolari.
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Migliorare la salute di unghie e capelli: L’apporto di silice e minerali contribuisce a rendere unghie meno fragili e capelli più forti, lucidi e resistenti alla caduta.
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Diuretico e depurativo: L’equiseto ha una spiccata azione diuretica, favorendo l’eliminazione dei liquidi in eccesso e delle tossine attraverso le urine. È utile in caso di ritenzione idrica, cellulite, edemi e per depurare i reni in presenza di renella o come coadiuvante nelle cistiti. La sua peculiarità è che, a differenza di altri diuretici, non causa perdita di sali minerali, ma al contrario li apporta.
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Cicatrizzante e astringente: Per uso esterno, l’equiseto può essere utilizzato in impacchi o decotti per favorire la guarigione di piccole ferite, ulcere cutanee e per alleviare infiammazioni e arrossamenti della pelle.
L’erba cavallina è un esempio lampante di come la natura ci offra soluzioni efficaci e complete per il nostro benessere, un vero “fossile vivente” che continua a dimostrare la sua vitalità e utilità. È importante assicurarsi di utilizzare l’Equiseto dei campi , poiché altre specie di equiseto possono essere tossiche. È sempre consigliabile acquistarlo in erboristeria o farmacia per essere certi della sua qualità e sicurezza.
Un tesoro di salute in giardino
Raccogliere con consapevolezza
Un atto d’amore per la natura e per noi stessi
La riscoperta delle erbe selvatiche è un cammino che ci riconnette alla natura, ma ai ritmi lenti della terra e ai saperi antichi. Tuttavia, come ho già detto nell’articolo precedente, è fondamentale approcciarsi alla raccolta con consapevolezza e rispetto.
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Identificazione Certa: Mai raccogliere e consumare un’erba se non si è assolutamente certi della sua identificazione. Esistono libri, guide e corsi specifici per imparare a riconoscere le piante spontanee. In caso di dubbio, è sempre meglio astenersi.
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Luoghi di Raccolta: Evitare aree inquinate come bordi di strade trafficate, campi trattati con pesticidi o zone industriali. Preferire boschi, prati incontaminati, e il proprio giardino, se curato naturalmente.
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Raccolta Sostenibile: Raccogliere solo la quantità necessaria e mai sradicare la pianta intera. Lasciare sempre una parte sufficiente affinché la pianta possa rigenerarsi. Questo garantisce la biodiversità e la disponibilità delle risorse per le future generazioni.
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Pulizia e Preparazione: Una volta raccolte, le erbe devono essere pulite accuratamente. Molte possono essere consumate crude, mentre altre necessitano di una breve cottura per eliminare eventuali sostanze irritanti o migliorarne il sapore.
Un tesoro di salute in giardino
Un invito a esplorare
e gustare
Il mondo delle erbe selvatiche commestibili è vasto e affascinante, un universo di sapori, profumi e proprietà benefiche che attende solo di essere esplorato. Integrare queste piante nella nostra alimentazione quotidiana non è solo un modo per arricchire la nostra dieta di nutrienti essenziali, ma anche un gesto di riappropriazione di un sapere antico, un ritorno a una connessione più profonda con la terra che ci nutre.
Ogni foglia, ogni fiore, ogni radice selvatici racchiudono una storia millenaria di sopravvivenza e adattamento, un invito a riscoprire la saggezza della natura. Aprire lo sguardo, a queste meraviglie spontanee significa aprire le porte a un benessere autentico, a un’alimentazione più consapevole. È tempo di riscoprire il nostro forziere verde, un tesoro inestimabile che la natura ci offre generosamente.
Hai mai provato a raccogliere e cucinare queste erbe selvatiche o voi conoscerne altre? Scrivilo nei commenti.
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