
Dal mio diario
IL CAMMINO PORTOGHESE-DAL MIO DIARIO-QUARTA PARTE
Tutte le persone, scrittori, pellegrini hanno scritto o descritto il loro cammino, o addirittura “Il mio primo cammino”, “Il mio cammino”, “Il cammino di Santiago”.
Ci sono persone, scrittori, che non hanno mai fatto il cammino, ma come si può scrivere esperienze, incontri, emozioni solo per sentito dire?
Io non voglio criticare il loro operato.
Io desidero descrivere quello che è stato e sarà sempre per me il cammino verso la città dove è sepolto l’apostolo San Giacomo il Maggiore.
Per me il cammino di Santiago è l’inizio del rinnovamento personale spirituale culturale della mia vita.
Trenta giorni per purificare il mio corpo e la mia anima e soprattutto liberare il mio cervello da tutte quelle emozioni negative che ho accumulato nella mia vita.
Gli incontri con altri Pellegrini sono giornalieri, dopo un po’ di dialogo, ognuno va per il suo percorso di vita.
Incontri di Pellegrini di tutto il mondo con mix di lingue che mai avrei immaginato.
Ma “San Google Translator” con un po’ di portoghese, un po’ di spagnolo e molto inglese mi ha aiutato al dialogo lungo il percorso.
I miei Angeli Custodi. Paola e Jose Luis
Io sono stato molto fortunato ad avere incontrato due Angeli Custodi, che per quasi tutto il Cammino Portoghese l’abbiamo percorso insieme.
Sono Paola di Cordoba Argentina (lei è una psicologa) e José Luis di San Paolo Brasile (lui era una Guardia Giurata, che dopo il terzo attentato subito, ha lasciato tutto e ha iniziato a girare il mondo).
E’ stata la quarta tappa che per la prima volta l’abbiamo fatta tutti e tre insieme e che ci siamo conosciuti veramente.
Abbiamo parlato moltissimo durante il percorso, della nostra vita, famiglia, lavoro e il perché facevamo il Cammino Portoghese.
Di solito noi andavamo ognuno per conto nostro, e ci incontravamo la sera e cenavamo insieme.
Ognuno di noi cercava di insegnare all’altro parole della nostra lingua.
Ricordo quante risate e prese in giro, ma eravamo felici e spensierati, posso dire in tutta tranquillità che ero molto felice e assaporavo finalmente il senso della libertà che nella mia vita non avevo mai sentito.
Ci scriviamo ancora oggi e la frase che diciamo alla fine della conversazione è “Grazie di cuore”.
La quarta tappa da Santarém-Arneiro Das Milhariças, dopo aver fatto 26,5 km sotto il sole a 37°, arriviamo stanchissimi (partiti alle 5.45 e arrivati 14.50).
Cena condivisa
Ma c’è una sorpresa, nell’ostello con noi ci sono due coppie di belgi, che tutti eravamo insieme alloggiati all’ostello di Santarem.
Tutti mi chiedono che essendo italiano se la sera gli insegno a fare una spaghettata con il pomodoro.
Andiamo a fare la spesa al market di Antonio (da dire, che qualsiasi cosa ti poteva servire in quel paese, era di Antonio).
Alcune ore per cucinare, mentre José Luis ha tagliato i pomodori per farli insalata, Paola ha preparato la tavola alla fine tutti contenti e soddisfatti.
I quattro belgi hanno lavato i piatti e rassettato la cucina.
La gioia negli occhi di tutti che mi ha fatto passare la stanchezza che avevo addosso, sono andato a letto e mi sono addormentato come un sasso.
Ancora due tappe ed arriviamo alla città Santa di Fatima.
Fatima città Santa
Ma a causa di una insolazione e lo sfregamento dello zaino sul collo, mi sono trovato una vasta infezione e per aver sbagliato scarpe, alcune vesciche sotto le piante dei piedi.
Paola e José Luis vedendomi stanco, sofferente e affranto, avevano intuito che il mio desiderio era di interrompere il cammino e tornare a casa.
Mi hanno portato al Pronto Soccorso della città Santa di Fatima.
Al Pronto Soccorso mi hanno curato, dato degli antibiotici da prendere uno giorno e delle garze con una pomata antibiotica per curare le varie infezioni.
Nazarè
Il dono più grande però è stato un altro, Paola e José Luis hanno deciso di riposare un giorno insieme a me.
Decidono di andare in una località turistica che si chiama Nazarè.
Dove si fanno i campionati del mondo di surf, qui le onde sono alte dai 15 ai 30 metri.
Era tutta una strategia organizzata dai miei Angeli Custodi per distogliermi dalle decisione di tornare a casa.
Il giorno dopo José Luis mi dice che è stanco e mi accompagna in autobus a Tomar, mentre Paola prosegue il cammino a piedi verso Tomar.
L’appuntamento era di incontrarsi alla sera all’ostello prenotato.
Alla sera andiamo a cenare, e mi dicono, un po’ in spagnolo e un po’ in portoghese, che loro mi aiuteranno a proseguire il cammino portando lo zaino fino a Coimbra, fino a che non avrò finito di prendere gli antibiotici.
La tappa Tomar-Alvaiazere mi hanno portato lo zaino, a Alvaiazere l’ospitalero mi dice che esiste il trasporto zaino-taxi.
Per 3 euro ti portano lo zaino dall’ostello dove hai alloggiato il giorno prima all’ostello dove andrai alla sera il giorno dopo.
Ogni uno prende il suo cammino
Con Paola e José Luis abbiamo camminato insieme fino a Porto, poi ci siamo divisi, io ho preso il Cammino della Costa (Litoral), José Luis il Cammino Central e Paola ha raggiunto suo marito in Norvegia, che era lì per lavoro.
Io e José Luis ci siamo incontrati ancora a Redondela, e a Santiago de Compostela, dove ci siamo salutati con la promessa di fare un nuovo cammino insieme negli anni che verranno.
Con Paola e José Luis ci scriviamo su Messenger e WhatsApp ancora oggi e sono passati cinque anni.
Da Armero Das Milhariças siamo partiti molto presto, dovevamo fare 21.5 km ma più le ore passavano più la temperatura si alzava.
L’altruismo di un barista portoghese
Alle 11.30 avevamo ancora 8 km per Minde.
Io avevo finito l’acqua, vedo un bar entro e chiedo 2 bottiglie d’acqua da ½ litro, il barista mi dice invece di sedermi.
Non capivo cosa voleva dirmi in portoghese, poi in inglese mi disse nuovamente di sedermi.
Mi siedo e mi porta una scodella piena di ciliegie “mangia e riposati”. Finito di mangiare le ciliegie gli chiedo nuovamente 2 bottigliette di acqua.
Lui mi invita andare in bagno a riempire le mie borracce (aveva il bancone frigo pieno di bottigliette d’acqua) le riempio e prendo zaino e mi avvio verso l’uscita.
Il barista mi si avvicina e mi dice di non proseguire per il sentiero principale, ma mi mostra un altro sentiero “Prendi quello così risparmi 3 km”. Lo saluto e lo ringrazio di cuore.
Questo è il cammino. Anna e Marina
A Redondela ho incontrato Marina e Anna, erano da alcune tappe che l’amministratrice del gruppo Facebook “Il Cammino Portoghese”, mi diceva che due donne italiane del nostro gruppo facevano le stesse tappe, ma io non le avevo mai incontrate.
Nell’Ostello Municipale di Redondela, sento parlare una persona in italiano, era Anna. Chiedo se conosceva una Pellegrina di nome Marina, lei mi dice di sì e mi accompagna da lei.
E’ stato l’incontro che mi porterà a conoscere il “PMM”, lei era una responsabile comunale del Clemm di Como. Insieme abbiamo fatto Redondela-Pontevedra e la variante Espiritual fino a Pontecesures (Ponte costruito da ingegneri romani di Cesare).
Da dire una cosa molto interessante, durante il Cammino Portoghese ho percorso molte strade e ponti costruiti da ingegneri romani, ancora ben conservati dopo più di 2000 anni dalla loro costruzione.
Poi io ho proseguito per Padron e il giorno dopo finalmente per Santiago de Compostela.
A Santiago io e Marina siamo stati insieme a visitare la città, a prendere la Compostela (l’attestato che riconosce il cammino che hai percorso, scritto in latino con sopra il tuo nome e i km percorsi) e a visitare i dintorni.
Mentre Anna è andata in cammino verso Finisterre e Muxia (l’Oceano Atlantico) insieme a un amico israeliano.
Dopo quattro giorni, Marina e Anna, sono tornate a casa a Como.
Incontro più importante della mia vita
Alcuni giorni dopo il mio ritorno a casa.
Marina mi telefona e che mi dice che mi aveva fissato un incontro con un capitano di un CLEMM di Trieste dandomi il numero del suo cellulare.
Chiamo e fissiamo un incontro. Il capitano del CLEMM di Muggia 4 era Lillian Polito.
Incontro con Shaka e Connor
Nell’ostello Municipale Di Mariñas, ultima città del Portogallo, ho conosciuto una coppia di ragazzi, lei di Lubiana (Slovenia) Shaca e lui di Dublino (Irlandese) Connor.
Tutti e due studiavano all’Università di Lubiana, lui in Erasmus. Due ragazzi molto semplici e gentili spesso solitari, partivano per fare le tappe per ultimi verso le 8:00 e finivano le tappe per ultimi verso le 18/19 di ogni giorno.
Sorridevano sempre, avevano attirato la mia attenzione perché ogni mattina e ogni sera facevano almeno mezz’ora di stretching e mezz’ora di meditazione.
Ci salutiamo la mattina e dei grandi abbracci alla sera abbiamo fatto insieme le quattro tappe da Pontevedra e l’Espiritual, poi ci siamo persi. Una mattina all’ostello del Seminario Minor di Santiago de Compostela dove alloggiavo, me li ritrovo davanti.
Era il loro ultimo giorno a Santiago, mi invitavano a incontrarci verso le 10:00 e di stare insieme fino alle 17 quando prendevano il bus per l’aeroporto.
Parlavamo in inglese, ogni tanto in italiano, una piacevole conversazione di conoscenza reciproca.
È stata una gioia averli conosciuti e quando ci siamo salutati un grandissimo abbraccio qualche lacrima con tanta felicità nel cuore.
Nel cammino Portoghese altri incontri con pellegrini
Altri incontri ci sono stati lungo il cammino, Pellegrini di alcuni chilometri e una serata di condivisione, di informazioni e cibo condiviso insieme, come ad esempio, un gruppo di cinque ragazze tedesche.
E’ l’ultimo giorno della loro permanenza a Santiago, le ho incontrate davanti al Supermarket, e subito grandi risate, abbracci “Claudio dai facciamo un selfie insieme come ricordo”.
Debora mi chiama in disparte e mi ringrazia per avermi preso cura di lei a Careço, quando gli avevo dato delle pastiglie di Tachipirina per abbassare la febbre che aveva a 39, mi prende il magone e sto per piangere.
Ma questo è il cammino, non conta chi sei, di dove sei, sei sempre un pellegrino, il saluto “Buon Cammino”, il sorriso, l’aiuto reciproco, senza pensare a un ritorno personale.
Ultimi 2 km al cellulare con Giulia
Quando stavo per arrivare a Santiago, erano gli ultimi due km, vedevo già le guglie della Cattedrale, chiamo al cellulare una mia cara amica Triestina, Giulia.
Una persona dolcissima, altruista, alla massima potenza, si priva di tutto per gli altri anche se sta male.
Purtroppo lei il cammino di Santiago non lo farà mai, allora ho pensato di portarla con me fino alla Cattedrale raccontando a lei cosa provavo.
Le emozioni sempre più forti mentre mi avvicinavo camminando verso la Piazza Obradoiro.
Davanti alla Cattedrale piangevamo tutti e due lei per la sorpresa che l’avevo chiamata e pensata a lei, io perché dopo 764 km di cammino era arrivato alla meta tanto agognata.
Coach di ginnastica di postura
Ora vi dico un piccolo grande segreto.
Erano quattro anni che facevo, due volte alla settimana, ginnastica di stretching yoga e di postura.
La coach diceva sempre “Dove vuoi andare a fare il cammino con quelle ginocchia malandate” e il mio medico di famiglia mi sconsigliava di partire.
Ma l’Apostolo mi chiamava, e io sono partito.
Io sono convinto che se tu hai deciso di metterti in gioco per provare fino dove arriva il tuo fisico a sopportare la fatica, sia fisica che mentale bisogna ascoltare il tuo cuore e andare.
Io mi sono messo alla prova per dimostrare a me stesso che si può fare tutto quello che si desidera con la forza volontà e umiltà.

